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Tentano di imbarcarsi su un volo per Ibiza con un “passaporto” fatto in casa

Due donne altoatesine nei guai: hanno esibito un documento autoprodotto utilizzato dagli adepti di un gruppo che non riconosce l’autorità dello Stato, con impronte digitali impresse col sangue



BOLZANO. Il passaporto? Tanto vale farselo in casa. È quello che devono aver pensato, forse spaventate dalle lungaggini burocratiche per l’ottenimento del documento, due donne altoatesine che ieri pomeriggio, lunedì 30 settembre, si sono presentate all’aeroporto di Bolzano, decise a imbarcarsi su un volo per Ibiza.

Verso le 13.45 le due donne, una già munita di biglietto e l’altra con l’intenzione di acquistarlo al momento, hanno iniziato le procedure per l’imbarco, presentando agli agenti di polizia addetti ai controlli di frontiera un fantomatico “Universal Pass”, e cioè una sorta di “documento autoprodotto” in cui erano riportate le generalità.

Di fatto un pezzo di carta senza alcun valore legale, ma che per taluni dovrebbe essere riconosciuto come un documento valido. Tra questi, spiega la questura, vi sono gli appartenenti al gruppo ”ONE PEOPLE I AM”, una specie di “setta” presente in alcune località italiane ed anche all’estero, il quale rifiuta di riconoscere l’autorità statale e stampa in autonomia documenti di identità fake a nome dei propri adepti, contenenti impronte digitali impresse col sangue.

Gli agenti hanno ripetutamente cercato di far comprendere alle due donne che senza un valido documento di identità non le avrebbero fatte imbarcare, e che le carte in loro possesso non avevano alcuna valenza giuridica. Le donne, dal canto loro, si sono rifiutate di esibire un documento di identità valido per l’espatrio. Risultato: non solo non sono partite, ma sono state anche accompagnate in questura per essere sottoposte a fermo per l’identificazione.

Al termine delle attività le due donne – una 51enne della Val Badia, e una 58enne di Brunico, entrambe con precedenti a proprio carico – venivano denunciate alla Procura della Repubblica per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale.

Nei confronti della prima, inoltre, gli agenti hanno provveduto al sequestro di circa 20.000 euro in contanti, che la donna stava per trasferire all’estero senza dichiarazione doganale per la somma eccedente quella consentita dalla legge, e di cui la stessa, che si è professata nullatenente, non è riuscita a giustificarne la provenienza.

Il questore Paolo Sartori, in considerazione di quanto accertato, ha emesso nei confronti di entrambe le misure di prevenzione personali del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Bolzano per i prossimi 2 anni, nonché dell’avviso orale, prodromico alla futura applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

«Vi sono soggetti che, adducendo motivazioni strampalate ed assolutamente senza alcun fondamento giuridico, ritengono di poter eludere le Leggi che democraticamente lo Stato in cui vivono si è dato per gestire in maniera pacifica la civile convivenza, con uguali diritti ed uguali doveri per tutti i cittadini – ha evidenziato il questore Sartori –. Ebbene, tali atteggiamenti antigiuridici non possono essere tollerati, e per questo motivo vanno sanzionati nella maniera più ferma. Non è ammissibile che una persona possa sentirsi al di sopra della legge e si arroghi il diritto di decidere se rispettarla oppure no».













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