il processo

Uccise la moglie incinta a San Candido, pizzaiolo rinviato a giudizio

La difesa aveva chiesto il non luogo a procedere per un grave disturbo comportamentale del sonno dell'uomo



BOLZANO. Questa mattina (23 agosto) il giudice dell'udienza preliminare Andrea Pappalardo ha rinviato a giudizio Mustafa Zeeshan, pizzaiolo pachistano di 38 anni, per omicidio volontario aggravato.

L'uomo è accusato di avere ucciso la giovane moglie Fatima, che era incinta di 8 mesi, nella notte tra il 29 e il 30 gennaio 2020 nell'appartamento di Versciaco, frazione di San Candido, in cui vivevano.

Fatima, 28 anni, era morta per «asfissia meccanica acuta da soffocamento» come stabilì poi l'autopsia.

Sul cadavere erano state rinvenute svariate ecchimosi, compatibili con un'aggressione violenta caratterizzata da calci e pugni.

La difesa di Mustafa aveva chiesto il non luogo a procedere, dopo che da una perizia psichiatrica era emerso che il pachistano soffrirebbe di un grave disturbo comportamentale del sonno.

Secondo questa ipotesi, Mustafa potrebbe avere ucciso la moglie senza rendersene conto.

Il giudice ha invece deciso di rinviare a giudizio l'indagato ed ha anche respinto le questioni di presunta illegittimità costituzionale sollevate dalla difesa sull'inapplicabilità del rito abbreviato per i reati puniti con l'ergastolo, come nel caso in questione.

Il processo prenderà il via il prossimo 19 novembre davanti alla Corte d'assise di Bolzano. 













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