La storia

Da Merano a Roma 1150 chilometri a piedi per i 45 anni assieme 

L'impresa di Pietro e Zita Tribus che ci raccontano il perché di questa decisione. L'arrivo è previsto al Vaticano il 3 maggio: «Ci uniscono amore e fede»


Jimmy Milanese


MERANO. In pellegrinaggio a piedi da Merano a Roma per la Pace e per ringraziare il Signore, dopo 45 anni di vita assieme. Questa l’impresa di Pietro e Zita Tribus. 1150 chilometri nell'entroterra italiano, visitando chiese e piccoli paesi fino al Vaticano che i due coniugi dovrebbero raggiungere ai primi di maggio. 63 anni entrambi, Pietro e Zita sono il monumento vivente di quello che l'amore e la fede sono in grado di produrre.

Signor Tribus, prima di parlare del vostro viaggio, ci racconta qualcosa di voi?

Siamo commercianti, vendiamo materassi, ma questo è il nostro primo anno di pensione, dopo avere dato in mano tutto al figlio. Visto che siamo assieme da 45 anni, abbiamo voluto dire grazie alla vita percorrendo a piedi i chilometri che separano Merano e Roma. Una vita dove non tutto è sempre andato bene, anche se siamo andati avanti, imparando. Il viaggio è anche un modo per ringraziare il Signore, e per questo ci fermiamo nelle chiese a pregare. Anche per Putin, affinché abbandoni il suo orgoglio e rinsavisca.

Un viaggio iniziato così, oppure programmato?

Abbiamo chiuso la porta di casa con destinazione la capitale, ma prima ci eravamo preparati. In pandemia, su e giù per le scale, poi, in un Merano-Innsbruck sempre a piedi. Soprattutto, ci siamo preparati a vivere con poco, o niente. 10 chili io, 7 mia moglie nei nostri due zaini. Via tutto quello che non è necessario. Due litri di acqua e datteri, fichi, noci, cioccolata e parmigiano per pranzo. Un fiume per mettere dentro i piedi e dare loro forza lo troviamo sempre.

Come nella vostra vita, in questo viaggio nulla sembra potervi fermare.

Il bello è andare avanti, sempre, tutti i giorni, anche quando c'è la pioggia, perché basta che ti metti la giacca a vento e se sei bagnato, non importa, ti asciugherai. Abbiamo un libretto con alcune strutture ricettive, anche se tante sono chiuse e allora usiamo internet. Basta tenere sempre carica la seconda batteria, perché non ci sono indicazioni sul cammino del pellegrino, quindi, ci serve il Gps, altrimenti ci perderemmo. Sull'Appennino una signora ci ha fatto da mangiare. Ci alziamo presto alla mattina e andiamo via con calma, poi guardiamo se le chiese sono aperte. In caso, entriamo, cantiamo e preghiamo.

Cosa dicono le persone che incontrate e vi vedono a piedi?

Vedono la croce di San Francesco, diciamo che siamo pellegrini. Gli albergatori ci fanno anche un prezzo speciale. Una notte a 60 euro per alloggio e vitto: primo, secondo, contorno e biscotti per il giorno dopo.

Cosa c'è nel vostro zaino?

Due paia di mutande, tre di calzini, due di scarpe, una giacca, qualche maglietta. Fine. È da tanto che ce lo dicevamo... quando andiamo in pensione si va a Roma a piedi. Poi è arrivata la pandemia, oggi la guerra. In ogni chiesa che visitiamo non manca mai una preghiera per chi soffre. Ecco, nel nostro zaino c'è tanto amore e tanta fede, lo scriva per favore.

Gli inevitabili acciacchi dell'età, li sentite?

Abbiamo scoperto di essere più potenti di quello che si pensava.

Lo ricorda quando vi siete conosciuti?

Cermes, a un ballo in un magazzino: 19 febbraio 1977, ore 23.45. Era sabato, arrivai con un mio amico, senza biglietto d'ingresso, ovviamente. Attraverso il finestrino del locale vidi lei, Zita. Bellissima, la più bella di tutte. Alla fine, ci fecero entrare gratis con la promessa che avremmo bevuto due birre in più. Si faceva così, allora. Mi fiondai su di lei e le chiesi di ballare. Un ballo che dura ancora a tutt'oggi.

Ci sono dei figli?

Tre figli e quattro nipoti, per ora, e una azienda fatta tutta con il nostro sudore. Zita telefonava ai clienti e faceva da mangiare, io da autista. Poi, pian piano, abbiamo impiegato alcuni ragazzi che riuscivano bene a vendere i nostri prodotti.

Cosa vi tiene così uniti dopo 45 anni?

Il nostro sentimento positivo. Avevamo 17 anni quando ci siamo conosciuti, 20 quando ci siamo sposati. Lo avrà capito, mi ricordo quel giorno come se fosse oggi. Sono fiero di mia moglie, e in tutta la vita non ho mai guardato altre donne (alle sue spalle la moglie ride).

E sua moglie, che dice?

Lo sente che dice? In realtà le donne le guardavo, ma nulla di più, come lei gli uomini, e nulla di più, vero, amore?

La fede in Dio, quanto conta per voi?

Il Signore ha creato un paradiso e qualsiasi cosa che viene è qualcosa di più. Poi, in casa ho avuto l'esempio dei miei genitori. Mi hanno insegnato a non perdere il filo, appena sorge un problema. Anzi, il problema deve servire per trovare una strada.

A proposito di strada, quando arriverete a Roma?

Se ce la facciamo, il 3 maggio saremo nella capitale, ma in caso di pioggia non sarà un problema prenderci un giorno libero. Quando saremo lì, prima una visita al Vaticano, poi il giro delle Sette chiese, quindi, il ritorno.

A piedi?

No, in treno, perché il 7 maggio c'è la prima comunione della nostra piccola nipotina.

Contate di incontrare il Santo Padre?

Sicuramente andremo in Vaticano. Se sente qualcosa su di noi, magari ci concede udienza. Sarebbe bello, ma credo avrà altro di cui occuparsi. Ci basta ritornare con il libretto coi timbri delle chiese visitate e quel cammino assieme che dura da 45 anni: altro che 1150 chilometri!













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