il personaggio

Dai laghi ai fiumi Fabio Ragazzi, una vita sempre in prima linea 

Il racconto. Dopo oltre 40 anni di carriera operativa e formazione,  il capo reparto in congedo del Corpo Permanente dei vigili del fuoco di Bolzano ha illustrato in un corso alla Meranarena la storia del salvamento in Alto Adige e la sua esperienza di soccorritore 


Jimmy Milanese


MERANO. «In Alto Adige le persone annegano?». Con queste parole, e tutto quello che ne consegue in termini di risposta alla domanda, ospite d'eccezione lunedì scorso al centro natatorio Meranarena, Fabio Ragazzi si è presentato ai partecipanti del corso per Assistenti Bagnanti organizzato dalla Federazione Italiana Nuoto – sezione Salvamento di Bolzano. Dopo oltre 40 anni di carriera operativa e formazione Fabio Ragazzi, Capo Reparto in congedo del Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco di Bolzano, in qualità di allenatore di “Nuoto di Salvamento” agli allievi presenti in aula ha illustrato la storia del salvamento acquatico in Alto Adige assieme alla propria carriera di soccorritore.

Esordisce Ragazzi: «Accettando l’invito del presidente Fin Walter Taranto e di Marco Giongo, responsabile dell’Associazione sportiva Merano sezione nuoto, così come degli organizzatori del corso, in primis il coordinatore provinciale Luca Felisatti e gli allenatori Sara Dariz e Samuel Vedani, ho voluto illustrare agli allievi presenti in aula i momenti più salienti della gloriosa storia del salvamento acquatico in Alto Adige così come i requisiti per la formazione di soccorritore acquatico dei Vigili del fuoco. In questo contesto, ho ripercorso alcuni tra gli interventi più rilevanti che ho svolto nel corso della mia carriera, documentati da una rassegna stampa comprendente il periodo dal 2001 al 2022», spiega Ragazzi che continua: «Lo scopo di serate come questa è di responsabilizzare e motivare gli allievi nel delicato percorso per il raggiungimento della qualifica di Assistente Bagnanti: punto di partenza e formazione anche chi vuole diventare Vigile del fuoco del Corpo Permanente di Bolzano», sottolinea l'esperto.

Gli episodi.

Una serata emozionante, quella proposta da Ragazzi, esperto nel salvamento ma allo stesso tempo dalla dialettica capace di catturare subito l'attenzione dei giovani corsisti, affascinati dalla sua abilità nell'illustrare le coordinate storiche del salvamento in Alto Adige. Fin da uno dei primi interventi acquatici in provincia, ovvero quello del 25 novembre 1927 a Prato Isarco. «All'epoca non c'era conoscenza dell'acqua e una eccesso di esuberanza portò alla morte di due vigili del fuoco», spiega Ragazzi. «Vittime del dovere», scrissero le cronache dell'epoca, per sottolineare la dedizione che da sempre anima l'operato del corpo dei vigili del fuoco. Quindi, la tragedia del 13 agosto 1951 quando nel lago di Resia finì una corriere carica di pendolari: 22 morti il bilancio. Fu quello il primo intervento del nucleo sommozzatori del corpo dei vigili del fuoco di Bolzano. Ancora Ragazzi: «Da quel momento, chiaramente, le tecniche e gli strumenti per il salvamento sono migliorate di molto, anche se ora con un utilizzo dei bacini fluviali o dei laghi anche per scopi turistici, le emergenze sono aumentate tanto che ormai non si contano quasi più gli interventi ogni anno effettuati dai vigili del fuoco per sottrarre le persone dall'acqua», sottolinea Ragazzi.

Emblematica la vicenda che il 24 giugno del 1991 vide protagonisti cinque giovani i quali su un gommone da loro appena riparato si erano lanciati nelle acque agitate del Passirio all'altezza degli allora bagni di Fritz. «Dei cinque, due non tornarono mai più da quella esperienza che scosse molto la popolazione locale e pure gli autori degli interventi», ricorda Ragazzi il quale aggiunge un ricordo personale. «Impossibile dimenticare la tragedia che il 27 aprile del 2001 investì la famiglia Plaikner: padre, madre e figli di 3 e 8 anni annegati nell'Isarco in una mattinata dove stavano recandosi a colloquio con l'ex governatore Luis Durnwalder. Di loro si erano perse le tracce, li ritrovammo grazie alla targa della vettura incastrata nel guardrail», ricorda Ragazzi.

Il richiamo all’attenzione.

Ai corsisti l'ex Capo reparto ora in congedo parla di tempestività dei soccorsi, ricordando al contempo come in Alto Adige episodi di affogamento si registrino anche quando cittadini inesperti cercano ad esempio di salvare il proprio cane dalla furia delle acque di lago o di fiume. «I laghi in particolare sono una fonte di incidenti e spesso è la disattenzione a farla da padrona. Per le ragioni più disparate, in estate le persone si avvicinano all'acqua e spesso ci finiscono dentro. Se non si conoscono i pericoli o non si sa come affrontarli, questi luoghi possono essere letali», ci tiene a rimarcare Ragazzi che a questo punto lancia un monito ai corsisti: «Siete gli artefici del soccorso, ma allo stesso tempo capita che altre persone vi possano creare stress nel momento in cui state cercando di salvare una persona. Abbiamo avuto casi di una persona che si è gettata nel fiume per scappare dalla polizia, oppure quei due studenti che per recuperare il pallone sono morti a Bolzano nel fiume. Situazioni dove magari gli interventi devono essere effettuati sotto gli occhi della gente che urla o suggerisce cosa dovete fare. Quindi, vi dico di calcolare con attenzione i rischi di questa situazione e vagliare bene tutte le possibilità di intervento, anche considerando l'efficacia delle varie tecnologie a disposizione», il consiglio di Ragazzi.

Nel corso della serata l'esperto ha anche spiegato come la manutenzione e la messa in sicurezza dei fiumi e dei laghi da parte degli enti responsabili sia importante per evitare tragedie. «Ad esempio, il pericolo nei fiumi è dove ci sono opere murarie. Con il tempo l'acqua lava il materiale e così emergono gli spuntoni di ferro sui quali le persone si incastrano fatalmente», chiosa l'esperto di salvamento.

 













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