La denuncia

Falsi positivi, l’impiegata Asl: «Casi sospetti in Val Venosta» 

Un’operatrice sanitaria racconta delle procedure anomale per l’attestazione che certifica il Covid. Si mira a ottenere il Super green pass in modo irregolare: «Ho subito segnalato l’episodio alla dirigenza»


Jimmy Milanese


MERANO. Aveva parlato di segnalazioni precise, il direttore generale dell'Asl. Per questo motivo nei giorni scorsi Florian Zerzer ha provveduto a sospendere 31 operatori sanitari per una serie di sospetti sulle procedure per ottenere la certificazione verde sulle quali si sta ancora indagando. Nel frattempo, si scopre che una di queste segnalazioni arriva proprio dalla Venosta.

Secondo quanto emerso finora, a 31 operatori sanitari – dell’Asl e privati - su oltre 3000 sono stati bloccati gli accessi alla piattaforma dell’Azienda sanitaria dove vengono segnalate le positività e le successive negativizzazioni che danno diritto al super green pass. Alle prime segnalazioni giunte all'Asl erano scattati controlli dai quali risultava un’anomalia nella procedura di inserimento dei risultati dei test nel sistema. Forte il sospetto che siano stati immessi dati “taroccati”, dunque “falsi positivi” che poi avrebbero ottenuto la certificazione verde rafforzata dopo la “guarigione”.

Se le indagini dovessero concludersi con una conferma dei sospetti, si parlerebbe però di complicità nell'illecito tra operatori sanitari e personale incaricato all'inserimento dei dati. Come detto, una di queste segnalazioni dalle quali è scaturita l'indagine è partita proprio da una dipendente Asl originaria della Val Venosta. È lei a raccontarci una vicenda che, se confermata, sarebbe più che inquietante.

«In una giornata festiva di gennaio, mia figlia è risultata positiva al tampone e per questo ho immediatamente telefonato a una farmacia di turno per effettuare il test di controllo a mia figlia – esordisce la donna – ma con mio profondo stupore mi è stato risposto che non era necessario recarsi in farmacia, perché sarebbe bastato compilare da remoto il modulo appropriato ed inviarlo per mail alla farmacia stessa che lo avrebbe poi inserito nel sistema», sostiene l'operatrice Asl.

Una risposta che non ha per nulla soddisfatto la mamma, vista la dimestichezza con la materia maturata in due anni a contatto con l'emergenza sanitaria. «Sono mesi che ci occupiamo di queste cose e non di rado mi è stato chiesto da concittadini se conoscessi un metodo per evitare di dover fare il vaccino per ottenere ugualmente il super green pass da guarigione. Sapevo perfettamente che quella indicatami dalla farmacia non poteva essere la procedura corretta, perché in quel modo qualsiasi persona potrebbe sostenere da remoto di essere risultata positiva e così sfruttare la situazione in un duplice modo: starsene a casa per qualche giorno sulla base di un “falso positivo” e poi ottenere il super green pass per una negativizzazione a quel punto fasulla».

L'operatrice il giorno dopo ha deciso di rivolgersi al suo medico di base per testare la figlia, poi risultata positiva al Covid, prima di avvisare dell'accaduto il direttore generale dell’Azienda sanitaria il quale a sua volta immediatamente si è attivato.

A quel punto però la donna ha voluto vederci chiaro. Sono bastate poche telefonate in zona ed ecco sbucare la testimonianza di altre persone. Una di queste, forse consapevole che il caso sarebbe comunque esploso, conferma di essersi rivolta a quella stessa farmacia «nella quale lavora una persona compiacente con il mondo no vax», sostiene la donna.

Per misurare se e quanto questa prassi fosse diffusa, sulla vicenda abbiamo sentito alcuni primi cittadini sindaci della Venosta. Per loro parlano il sindaco di Curon Venosta, Franz Alfred Prieth, assieme al collega Dieter Pinggera, sindaco di Silandro. Cade dalle nuvole Prieth che afferma: «Di questa storia non ho mai sentito niente e per questo non ho nulla da dire, anche perché, a dire il vero, non commento fatti dei quali non sono informato».

Non ne sa niente nemmeno Pinggera, che però condanna qualsiasi comportamento contrario alle normative vigenti. «Apprendo ora questa notizia della quale sapevo nulla. Se la cosa fosse vera mi lascerebbe esterrefatto e sarebbe molto grave, anche se per il bene di tutti mi auguro che la vicenda si possa chiarire. In caso di conferme, non avrei alcun problema a condannare un comportamento assolutamente irresponsabile», conclude il sindaco di Silandro.













Altre notizie

Sport

Al via a Bolzano il campionato mondiale di hockey su ghiaccio

L’esordio domenica 28 aprile presso la Sparkasse Arena a cui seguiranno le giornate del 30 aprile, 1°, 3 e 4 maggio. A contendersi i due posti disponibili per la Top Division le squadre di Corea del Sud, Giappone, Italia, Romania, Slovenia e Ungheria

Attualità