Galleria nomade, castelli di sabbia per l’ouverture 

Fra arte e business. I locali commerciali sfitti diventano spazi espositivi Tutto nasce da Maku, l’anno scorso progetto finalista di “Impulsi Vivi” 



Merano. Cultura e business immobiliare a braccetto in un progetto innovativo e originale, che nella sua prima espressione trova forma in castelli di sabbia. ha diverse articolazioni e protagonisti la “galleria nomade” maku, iniziativa che sta debuttando questo weekend nei locali sfitti di via matteotti 17.

La illustrano mati mayer e sebastian kulbaka: immobiliarista il primo, artista il secondo. «in città – spiegano - abbondano i locali commerciali vuoti, alcuni anche da parecchio tempo. contestualmente ci sono tanti artisti che desiderano trovare spazi per poter esporre le proprie opere. il progetto maku interseca la duplice esigenza di visibilità. l’agenzia immobiliare mette a disposizione gratuitamente i locali agli artisti che possono esporre o compiere performance. i visitatori attratti dall’arte vedono l’immobile apprendendo che è sul mercato, e magari in qualcuno può sorgere qualche idea imprenditoriale. l’artista può trovare acquirenti per le sue opere o comunque dare soddisfazione alla sua creatività».

Via Matteotti.

Per la prima esperienza è stata scelta una vetrina di via Matteotti - strada alle prese con un rilancio commerciale - che sul retro ha un cortile affacciato su via Armonia. Sebastian Kulbaka, assieme a Linda Jasmin Mayer, l’ha riempito con la mostra-laboratorio “Castelli di sabbia”. Oggi (dalle 10 alle 22) è l’ultimo dei tre giorni d’apertura. «Ognuno dei partecipanti al laboratorio – spiega Sebastian – riceve una forma dura fatta di sabbia e colla da parati, estratta da un secchiello da spiaggia. La forma può essere scavata e graffiata con strumenti di legno. Il materiale è allo stesso friabile e resistente e permette di eseguire disegni anche complessi. Le opere finite possono essere lasciate in esposizione oppure portate a casa a fronte di una piccola donazione».

Il laboratorio.

Bambini e adulti si siedono davanti alla forma di sabbia. Il passo più difficile è partire. Formare nella propria testa l’idea. Poi, cominciato l’intervento, tutto diviene più facile. E dopo circa un’ora – chi ci impiega di più, chi di meno - l’opera è pronta. «Inoltre - prosegue Sebastian Kulbaka - ho distribuito prima dell’evento un centinaio di castelli ad artisti, artigiani e architetti di Merano e Bolzano, chiedendo loro di intervenire ognuno secondo il proprio stile o la propria poetica. In molti hanno riportato la loro interpretazione che è divenuta parte integrante della mostra». C’è per esempio un castello decorato con un anello d’oro, proposto da un orafo. Può essere acquistato, così come tutte le altre creazioni. Con un profitto per l’autore (artista o artigiano) e per il gallerista, che si unisce alla visibilità ottenuta dall’agenzia immobiliare.

Impulsi Vivi.

Non per niente il progetto è figlio di un’impresa culturale, ideata da Nicola Kulbaka (fratello di Sebastian) e Klaus Conte, finalista l’anno scorso di Impulsi Vivi, il percorso di incubazione d’impresa dell’ufficio Politiche giovanili della ripartizione cultura italiana della Provincia, realizzato da Ipercoop Alto Adige. Maku ora è pronta a riproporre iniziative analoghe in altri spazi per i quali le agenzie immobiliari cercano visibilità attraverso canali alternativi.

Nulla è eterno.

Altri artisti, altre performance potranno riempire vetrine e negozi in cerca d’autore. Ancora oggi, comunque, al civico 17 di via Matteotti i protagonisti sono i castelli di sabbia. Perché, Sebastian, questa scelta? «Quando fai un castello sai che quell’oggetto è precario, che è destinato a scomparire. Le persone che lo fanno in questo contesto hanno la stessa consapevolezza. Rimane l’idea che le cose non sono eterne. Mi piace lavorare sul concetto del tempo». SIM

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