I grandi cambiamenti storici nelle fotografie del Mamming

Merano. Prosegue l’attività social del museo di palazzo Mamming, che sulla propria pagina Facebook posta fotografie provenienti dall’archivio, corredate di didascalie. Così, anche col museo di piazza...



Merano. Prosegue l’attività social del museo di palazzo Mamming, che sulla propria pagina Facebook posta fotografie provenienti dall’archivio, corredate di didascalie. Così, anche col museo di piazza Duomo chiuso i più curiosi possono scoprire qualcosa di più della città: com’era corso Libertà quando potevano passarci automobili, carri e perfino il tram, come testimoniano i binari sulla superficie stradale in un’immagine dell’archivio? Via Otto Huber ha sempre avuto questo nome?Questi sono solo due degli interrogativi alla base del lavoro mediatico del museo, fruibile agli utenti di Facebook.

Il materiale fotografico in possesso del museo di palazzo Mamming permette spesso di ricostruire meglio il passato anche di edifici la cui funzione è oggi radicalmente mutata: è il caso del ristorante “Fallgatter” di Quarazze, oggi Casa provinciale delle suore di carità, fotografato nel 1926.

Nei primi mesi del 1918, durante il primo conflitto mondiale, via Monte San Zeno rappresentava per le truppe austroungariche addette al rifornimento di legna e legname la principale via d’accesso dalla val Passiria.

Il nome originario dell’odierna via Otto Huber era “Kasernenstraße”, perché nella zona sorgevano alcuni edifici militari. In unaa foto del 1919, che ritrae l’ingresso dell’attuale scuola elementare Floriano Deflorian, vediamo alcuni alpini di quella che era la caserma “Andrea Hofer”, intitolazione che il Regio esercito italiano mantenne proprio in omaggio all’eroe della val Passiria.

La montagna che sovrasta Steinach, all’inizio del Novecento già sede di numerose ville, ha un indissolubile legame con palazzo Mamming: per ampliare lo spazio espositivo è stato infatti costruito un edificio a ridosso della residenza originale, addossandolo al contempo direttamente alla montagna. La parete di roccia è così divenuta parte integrante di alcune sale del museo. Non appena il Mamming riaprirà, i visitatori potranno tornare ad ammirarla assieme alla collezione permanente e alle mostre temporanee. Nel frattempo, per un tuffo nella storia, si può fare una “visita” online grazie all’impegno dei collaboratori del museo.













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