Agricoltura

I «Waale» della Venosta mirano al patrimonio Unesco

L'irrigazione tramite il sistema di rogge è nel Registro nazionale delle pratiche agricole tradizionali,  elenco stilato dal Mipaaf. Si lavora assieme gruppi di interesse di altri Paesi per una candidatura all’agenzia dell’Onu



MALLES. Importante riconoscimento da Roma per i «Waale» venostani, l'irrigazione tradizionale tramite un sistema di rogge. È entrata a far parte del Registro nazionale delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali, uno speciale elenco stilato dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali. E adesso, assieme a vari altri Paesi europei, l’obiettivo è l'inserimento dell'irrigazione tradizionale tramite canali nella lista del patrimonio immateriale mondiale dell’Unesco.

L'irrigazione dei prati sulla Landa di Malles è una tecnica colturale secolare che non ha perso nulla della sua efficienza e del suo fascino fino ad oggi. A confermare il valore culturale e agricolo della pratica, la firma del ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli sul decreto che sigla l'inserimento nel registro nazionale.

Quasi 400 ettari sulla “Malser Haide” vengono ancora irrigati tradizionalmente tramite l'antico sistema dei Waale. «La tecnica culturale dell'inondazione dei prati non ha certo un carattere museale ma è una pratica efficiente che viene usata ancora oggi come centinaia di anni fa», spiega Claudia Plaikner, presidente dell'Heimatpflege altoatesino (associozione protezionisti) «e per questo motivo crediamo che abbia diritto ad avere anche un futuro».

Perciò l'associazione, con la sezione di Burgusio del Bauernbund di Burgusio, del Comune di Malles, dell'Heimatplege di Malles e di Idm Alto Adige si è posta l’obiettivo di rendere i Waale patrimonio immateriale dell'Unesco. La finalità del progetto è quella di rendere consapevole la gente del valore e dell'importanza di questa tecnica agricola, ma anche dello sforzo e della spesa che ne comporta. Inoltre il riconoscimento potrebbe «avere l'opportunità di generare nuovi progetti e finanziamenti atti a mantenere viva l'irrigazione tradizionale», sottolineno im protezionisti.

La valutazione positiva della domanda da parte dell’Osservatorio del Paesaggio e del ministro Patuanelli spianano la strada. A breve, diversi gruppi di interesse in Germania, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e soprattutto Austria presenteranno alla Commissione internazionale Unesco una candidatura, comune e transnazionale, per l'inserimento dell'irrigazione tradizionale tramite canali nella lista del patrimonio immateriale mondiale.

L'Alto Adige avrebbe l'opportunità di partecipare a questo progetto, sostiene l'Heimatpflege in un comunicato, ma il prerequisito (dopo l’inserimento nel registro nazionale) è che «l'Ufficio italiano dell'Unesco si muova per tempo e supporti la domanda internazionale. Nel caso tutto vada per il meglio, l'Alto Adige potrebbe in questo modo ricevere un nuovo riconoscimento prestigioso». E.D.













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