L’Hotel Palace licenzia la moglie di Henri Chenot 

Era dipendente dell’albergo. La donna sarebbe stata accusata di comportamento scorretto La querelle legata all'apertura di una grande struttura col marchio Chenot su un lago svizzero



Merano. Vengono allo scoperto alcuni risvolti sugli ultimi sviluppi nel rapporto fra Henri Chenot e il Palace. Mentre il contratto fra la struttura alberghiera e il re del salutismo è ancora in essere, si è diffusa la notizia del licenziamento della moglie di Chenot, Dominique, dipendente dell’hotel. Le sarebbe stato imputato un “comportamento scorretto” legato anche all’apertura in Svizzera di un nuovo centro ricettivo, sul lago dei Quattro Cantoni, e alla sua promozione.

Hotel chiuso, riapre a febbraio.

Henri Chenot da qualche settimana non è presente in città e martedì confermava di trovarsi proprio in Svizzera. Il Palace, di proprietà dell’Habitat dell’imprenditore bolzanino Pietro Tosolini, al momento è chiuso e la riapertura, come riporta il sito della struttura, è prevista per l’8 febbraio. Sulla presenza a Merano in quella data di Henri Chenot si affastellano domande e dubbi, da una parte correlati all’aspetto contrattuale e dall’altro alle vicende personali e di salute. Qualche mese fa lo stesso Chenot aveva ammesso che, alla luce dei suoi 75 anni, avrebbe potuto passare la mano.

Dipendenti e indotto.

Certo è che l’evolversi della vicenda poco sembra avere a che fare con un ordinario passaggio di consegne. Anche se di ordinario un “dopo-Chenot” poco avrebbe in qualsiasi caso. Perché se da un lato è vero che il Palace garantisce continuità, anche nei metodi che hanno reso celebre la spa, dall’altro il biontologo (così si autodefinisce) di origine catalana e cittadinanza francese ha segnato un’epoca per la struttura. Con riflessi notevoli sull’economia cittadina. E non solo per le circa 200 persone impiegate nell’albergo che d’abitudine accoglie grandi nomi dello spettacolo, della politica e dello sport, ma anche magnati e personaggi facoltosi dai quattro angoli del globo attratti a Merano dall’elisir anti-age di Chenot, nel lusso – riportato agli splendori con importanti investimenti in tempi recenti – e nella riservatezza del maestoso palazzo di via Cavour. C’è anche un indotto al di fuori del recinto alberghiero

Conseguenze.

L’«affaire» Palace-Chenot è infatti l’argomento all’ordine del giorno: non è un segreto che l’effetto sul commercio meranese generato dai frequentatori del Grand Hotel sia di sostanzioso. Le conseguenze di una separazione, qualora divenisse definitiva, dividono le opinioni.













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