il caso

Paziente costretta a parlare in italiano, Kompatscher: «Potenziare il reclutamento di personale bilingue»

Il presidente della provincia replica a una richiesta di Sven Knoll (Stf) dopo la segnalazione di un sostituto medico che avrebbe intimato a una cittadina a parlare italiano



BOLZANO. «Si farà il possibile per reclutare personale bilingue, anche rivolgendosi all'estero, con programmi di mentoring e con un'offensiva in ambito formativo».

Questa la risposta di Arno Kompatscher rispetto a un episodio che sarebbe avvenuto a Prato allo Stelvio e segnalato in consiglio provinciale da Sven Knoll. Secondo quanto riferito dall'esponente di Süd-Tiroler Freiheit (Stf) una cittadina si sarebbe trovata davanti a un sostituto del proprio medico di base che non capiva il tedesco, e pertanto non solo non avrebbe compreso la sua richiesta di analisi del sangue, ma l'avrebbe anche aggredita verbalmente con le parole «Dovrebbe parlare italiano, siamo in Italia».

Knoll ha ricordato a Kompatscher il diritto per i sudtirolesi a usare la propria lingua madre. Il presidente della Provincia ha replicato che il medico di base di Prato allo Stelvio aveva dovuto interrompere la sua attività per un periodo di sei giorni, e che essendoci grave carenza di queste figure in tutta la Provincia era stato incaricato un professionista veneto, aiutato in questa settimana da un'assistente che parlava tedesco.

«La garanzia della madrelingua sta molto a cuore alla giunta provinciale, anche nell'ambito dell'assistenza sanitaria; in caso di incarico provvisorio era però possibile fare a meno di questo requisito, e il medico in questione aveva assistito i pazienti in maniera eccellente» aggiunge Kompatscher.













Altre notizie

L'intervista

Silvio Zanetti: «A 88 anni ho sposato Dolores: mi dà tanta felicità»

Bolzanino, il 16 aprile ha festeggiato il traguardo dei 90 anni. In via Rovigo è un’istituzione, dopo che negli anni Sessanta si è messo in proprio aprendo una cartolibreria: «Ho fatto fortuna fornendo la cancelleria a scuole, ospedali, pubbliche amministrazioni, caserme» (Foto di Rosario Multari)


Antonella Mattioli

Attualità