Merano - la storia

Torna al lavoro in carrozzina dopo un grave incidente 

Le giornate di Alexander Senoner, 30 anni, sono cambiate il 22 settembre dell'anno scorso per la mancata precedenza di un’auto  «I clienti apprezzano. C’è chi mi ha detto di aver visto una situazione analoga solo in Norvegia. All’inizio mi sembrava di impazzire»


Jimmy Milanese


POSTAL. Quella maledetta frazione di secondo che ha cambiato per sempre la vita di Alexander Senoner. Trent'anni, nato a Bressanone, ora ospitato dal fratello a Lana, appassionato di moto e montagna, il 22 settembre dell'anno scorso Senoner è rimasto vittima di un incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Di professione cameriere, da sei anni impiegato al ristorante Hidalgo di Postal, dopo l'incidente Alexander ha deciso di ritornare al suo lavoro. Infatti, grazie alla disponibilità del datore di lavoro e l'aiuto dei suoi colleghi, da giugno il giovane cameriere serve ai tavoli di Hidalgo seduto sulla sua sedia a rotelle. «I clienti apprezzano, uno mi ha detto che una cosa del genere l'aveva vista solo in Norvegia», spiega Senoner.

Alexander Senoner, ci spiega cosa accadde quel 22 settembre dello scorso anno?

Che dalla normalità la mia vita è improvvisamente cambiata. Transitavo in moto in piazza Mazzini, quando una macchina non mi ha concesso la precedenza. Era il 22 settembre: stavo ritornando da un giro in moto, l'ultima tappa doveva essere Merano. Poi l'incidente.

Di quegli attimi, cosa ricorda?

Diciamo che fino all'impatto ricordo tutto, poi mi sono svegliato che ero a terra. Avevo una sensazione strana alle gambe e alla schiena ma subito non ho realizzato cosa mi stesse accadendo. Mi hanno trasportato a Bolzano e subito operato. Al risveglio, i dottori mi hanno raccontato cosa era successo e che si era rotta la colonna vertebrale all'altezza della quinta vertebra. Mi è crollato il mondo addosso. Vedevo le mie gambe e non riuscivo a muoverle. Li per lì, da impazzire! Pensavo fosse impossibile.

Ha iniziato subito qualche terapia riabilitativa?

Sono rimasto in ospedale per qualche tempo, poi mi hanno trasferito a Vipiteno e dopo due mesi sono rimasto per altri tre mesi in Austria, in un centro di riabilitazione a Bad-Häring.

In cosa consiste la terapia riabilitativa in caso di incidenti di questo tipo?

Sulla base di una serie di dati fisiologici, degli specialisti ti preparano una terapia personalizzata e, soprattutto, ti insegnano come cavartela da solo; dal vestirsi al fare la doccia. Non solo, ti mostrano tutta una serie di attività sportive che puoi fare, dal tennis fino al basket, passando per nuoto e subacquea, ma anche andare a cavallo. Ti fanno capire che anche per te ci sono tante possibilità.

Avrà incontrato persone nella sua stessa condizione ma, immagino, anche persone a cui è andata peggio di lei.

Sì, certamente. C'erano tanti giovani, diversi ragazzi altoatesini con i quali ho fatto amicizia. In quei posti, ognuno ha la sua storia e, come dice lei, ti rendi conto che ci sono persone che hanno avuto ancora più sfortuna di quanta tu ne abbia avuta. Adesso ho questo nuovo stile di vita ma riesco a muovermi da solo, per fortuna.

Prima di parlare del suo ritorno al lavoro, ci dice come vive ora la quotidianità?

Prima vivevo per conto mio a Nalles, oggi a Lana sono ospitato da mio fratello, ma sono in cerca di un appartamento. Ho necessità di trovare una casa dove si riesca ad entrare, dagli spazi grandi abbastanza che mi permettano di muovermi. La ricerca è difficile.

Ha immaginato cosa non sarà più in grado di fare, rispetto a prima dell'incidente?

Prima facevo moto, nuoto, andavo in montagna, insomma, giravo. Rispetto a prima non sarà così facile ritornare in montagna. Ad ogni modo, adesso prima di fare qualsiasi cosa è necessario pensarci bene e organizzare ogni minimo particolare. So che sicuramente vorrò provare a fare di tutto.

Ad esempio?

Beh, a dicembre parte un corso per monosci e cercherò di iscrivermi.

Al lavoro però ci è ritornato appena possibile. Come è andata?

Lavoravo da quasi sei anni da Hidalgo, dopo l'incidente il proprietario mi ha chiesto se volevo ritornare a provare a vedere come sarebbe andata. Sono lì dal primo giugno. Il lavoro per me è all'incirca uguale a prima tra prendere comande, consigliare i clienti, incassare, insomma, è tutto uguale, solo non porto i piatti. La struttura è costruita in modo che non abbiamo dovuto cambiare nulla e così riesco a fare praticamente tutto.

I suoi colleghi come l'hanno presa?

I miei colleghi di lavoro avevano subito un grande shock. Quello fu un giorno nero della mia ma anche della loro vita. Detto questo, vedendomi ritornare al lavoro, unito al fatto che riesco a maneggiare tutto, pian piano si sono abituati. Mi lasci dire che mi hanno supportato il più possibile.

Mi permetterla di chiederglielo: come vorrebbe essere trattato dalle persone e magari anche dai clienti?

La gente deve trattarmi normalmente e non provare pena. Siamo persone normali come tutti gli altri. Anche i clienti hanno sempre reagito bene, sopratutto quelli non abituali, qui piuttosto frequenti. Una volta una persona mi ha detto che solo in Norvegia aveva visto un cameriere in sedia a rotelle. I clienti apprezzano la mia passione per questo lavoro e trovano in genere bello che il mio datore mi abbia dato questa possibilità.

Un'ultima domanda, in tema di barriere architettoniche. Come siamo messi a Merano?

Nella maggior parte dei negozi e dei ristoranti si riesce ad entrare. Poi, ovviamente, ci sono locali dove non posso andare, magari perché il bagno per me sarebbe inaccessibile. Rispetto ad altre realtà, devo dire che siamo un passo vanti, per mia fortuna.

 













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