Ada Zapperi Zucker domani al Trevi
Bolzano. “Una vita di donna in Sicilia” (editore Verlag Ohne Geld) è il titolo del romanzo che fa ritornare Ada Zapperi Zucker al Centro Trevi di Bolzano – 14 ottobre, ore 18 - , dove negli ultimi...
Bolzano. “Una vita di donna in Sicilia” (editore Verlag Ohne Geld) è il titolo del romanzo che fa ritornare Ada Zapperi Zucker al Centro Trevi di Bolzano – 14 ottobre, ore 18 - , dove negli ultimi anni è stata spesso e puntualmente ospite della Biblioteca Claudia Augusta per la presentazione dei suoi libri.
Come definirebbe questa nuova storia: una saga famigliare?
Più che una saga, ho voluto fare il ritratto di un certo tipo di società che conosco molto bene, una sorta di denuncia contro l’immobilismo che a ragione si riscontra soprattutto in Sicilia.
La donna e la Sicilia sono ingredienti importanti e ricorrenti nei romanzi e nei racconti di Ada Zapperi. In questo ultimo libro però il ruolo di protagonista sembra però quasi più quello di Nello, il fratello di Elena che è la nostra “donna di Sicilia”. È per sottolineare il ruolo subalterno della donna, quasi una rivincita? O il ruolo quasi muto degli uomini rispetto al fiume di parole e di sentimenti delle donne?
Sì, il vero protagonista del romanzo è Nello, ma con Elena inizia e finisce questo piccolo affresco famigliare: chi paga più di tutti è appunto lei, la sorella minore, anche se alla fine sono tutti perdenti o, come direbbe Verga, “vinti” dalla vita.
Un romanzo scritto nel 2001 e poi scovato nei cassetti e riscritto un po’ alla volta. Come è già accaduto per altre sue pubblicazioni. Come mai era stato dimenticato in un cassetto?
Non è stato dimenticato, sapevo che essendo il mio primo romanzo sarebbe stata necessaria una sorta di decantazione, o meglio una radicale rilettura priva di ogni emozionalità.
Storia reale di una famiglia siciliana, di persone che hanno davvero attraversato la vita della scrittrice. Ancora una volta sullo sfondo di un drammatico Dopoguerra. Con i disagi che ha vissuto lei stessa...
Ho conosciuto personalmente il protagonista: diciamo ho tentato di restituirgli quanto la vita gli ha negato, attraverso la scrittura. Spero di esserci riuscita.
Ci sono anche temi sociali e politici importanti: Nello che rinfaccia al padre il suo essere stato fascista, la difficoltà in Germania di rielaborare un passato orribile. È un po’ il Suo modo di esercitare la Memoria e di farla esercitare al lettore?
Il Dopoguerra in Italia e in Germania, Austria compresa, è stato il periodo di rimozione per eccellenza...
Questo è il decimo libro in italiano, e poi bisogna aggiungerne altri cinque bilingui (italiano e tedesco). Ormai anche a Bolzano ha un pubblico di lettori affezionati, ai quali in passato ha regalato racconti ambientati qui. I suoi soggiorni a Bressanone non le hanno suggerito altri temi locali?
Proprio col Sudtirolo, piccolo paradiso che amo più di ogni altro angolo di mondo, ha avuto inizio la mia attività letteraria: il mio primo libro, “La scuola delle catacombe”, è anche quello che ha trovato più riscontro sia in Italia che in Germania. Posso dire di essere grata ai sudtirolesi.F.Z.