Altro riconoscimento per Franco D’Andrea

bolzano. Il prossimo 8 marzo Franco D’Andrea compirà ottant’anni e possiamo prevedere che quest’anno, nonostante gli ostacoli che la pandemia ha imposto alle attività concertistiche, le occasioni per...


Giuseppe Segala


bolzano. Il prossimo 8 marzo Franco D’Andrea compirà ottant’anni e possiamo prevedere che quest’anno, nonostante gli ostacoli che la pandemia ha imposto alle attività concertistiche, le occasioni per celebrare questa ricorrenza saranno innumerevoli. Anche la sua città natale, Merano, nella quale il pianista dirige ormai da vent’anni l’Accademia Mitteleuropea del Jazz, non mancherà di omaggiare il proprio illustre cittadino, apprezzato a livello internazionale come uno dei musicisti più rappresentativi della scena jazz contemporanea. Ma nel frattempo, la lunga e ricchissima vicenda artistica del pianista riceve già all’inizio di questo 2021 un riconoscimento significativo, con il “Premio alla Carriera” che la rivista Musica Jazz, la più autorevole e longeva sulla scena italiana, gli conferisce nel suo annuale referendum “Top Jazz”, dove un centinaio di esperti e giornalisti del settore sono interpellati per segnalare e votare musicisti e registrazioni che si sono distinte nell’anno precedente.

Il prestigioso riconoscimento alla carriera giunge dopo una serie notevolissima di premi nelle edizioni passate del referendum, che collocavano il pianista al primo posto nelle sezioni “Musicista dell’anno”, “Disco italiano dell’anno” e “Gruppo italiano dell’anno”. D’Andrea ha risposto con la consueta arguzia e modestia alle nostre congratulazioni: «Si tratta di un premio nuovo, istituito qualche anno fa dalla rivista. Mi sembra che la mia sia l’età giusta per poterlo ricevere. Ma il fatto che in precedenza sia stato attribuito a validissimi musicisti più giovani di me, come Enrico Pieranunzi e Gianluigi Trovesi, mi dà la garanzia che non si tratti di un riconoscimento giunto, come in altri casi, alla conclusione di una carriera». L’attività artistica di D’Andrea è infatti ancora in pieno fermento: «Nell’ultimo decennio, un po’ per merito, un po’ per fortuna, ho avuto la forza e l’energia per sviluppare tanti progetti, per dare impulso alle mie idee e alla mia voglia di sperimentare, che ancora non sono esaurite». Chi conosce e segue il musicista, sa che i risultati sono sempre stati di altissimo livello e coerenza, come nel caso del recente lavoro con un nuovo trio, di cui fanno parte il trombettista Mirko Cisilino e il chitarrista Enrico Terragnoli, sfociato la scorsa primavera nella pubblicazione del Cd “New Things” e portato durante l’estate in numerosi festival prestigiosi. Nuovi progetti si stanno sviluppando pure con un organico inconsueto di grandi dimensioni, con la collaborazione del pianista, orchestratore e direttore d’orchestra spagnolo Eduardo Rojo Gonzalez. Un lavoro che al momento si dipana solo a distanza, ma nel quale il pianista meranese pone grande credito: «Da mesi ci scambiamo dei materiali e lui lavora sulle mie musiche con grande empatia. Ne scaturiranno senza dubbio cose molto interessanti».













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