Arriva Joey Funboy: «Il mio album ormai è pronto» 

Intervista alla cantante bolzanina. Giorgia Bertolani ha in tasca un contratto con la Sony Dopo la partecipazione a X Factor e l’ingresso nella scuderia di Achille Lauro, è l’ora della verità «Mi rendo conto di essere sempre in evoluzione, ma ormai ho una mia identità musicale»


Daniela Mimmi


Bolzano. Sarebbe troppo facile definirla “Rockstar al veleno”, citando due dei suoi pezzi. Invece Giorgia Bertolani, in arte Joey Funboy, bolzanina doc, è una ragazza molto bella e gentile, per niente rockstar e decisamente non al veleno. La sua è una storia particolare. Partecipa a un talent show (in questo caso il talent show, ovvero X Factor), non lo vince, anzi, non arriva neppure in finale, eppure diventa una rockstar. Adesso ha in tasca un contratto discografica con la Sony, l’ammirazione incondizionata di Achille Lauro e altri grossi nomi della scena italiana, 8 mila follower su Instagram. L’avevamo incontrata durante una pausa della registrazione del video clip che aveva girato al Noi Tech Park, la cui regia era stata affidata a un altro bolzanino, Claudio Zagarini. Giorgia Bertolani, in arte Joey, ha iniziato da giovanissima a suonare, grazie anche al padre e al nonno, entrambi batteristi. Ha studiato canto, danza e pianoforte fino ad accedere al Conservatorio Monteverdi di Bolzano. Nel 2014 partecipa all’ottava edizione di XFactor, accedendo all’ultimo provino tra le 6 cantanti scelte da Vittoria Cabello, che le permette di esibirsi al KOKO di Londra. In concomitanza esordisce con due singoli inediti tramite l’etichetta discografica spagnola “Blanco y negro” sotto il nome di “Sheraa”. Poi se ne va a Milano dove studia recitazione cinematografica per un anno e recita in un paio di film. Dal 2016 lavora come videomaker e realizza numerosi videoclip per diversi artisti. A giugno 2016 partecipa ad una puntata di “Al passo dal Cielo 4” insieme a Fedez, come ballerina. Poi torna alla musica virando totalmente sul rap/ trap con il singolo “Instabile”. Partecipa a XFactor con il brano “non vi sopporto”, che ottiene oltre 100.000 views su Youtube. E’ decisivo l’incontro con dj Pitch e Achille Lauro, che le permettono di firmare con la loro etichetta No Face in collaborazione con Sony Music Italia e realizzare il singolo “La rockstar”. Si esibisce proprio con questo singolo al Battiti Live su Italia Uno in occasione della data di Bari, poi a Riccione con Radio Deejay con La Pina e Rudy Zerbi, poi parte in tournée con Achille Lauro, di cui apre i concerti del Rolls Royce Tour. All’inizio di febbraio, quindi tra pochi giorni, verrà pubblicato il singolo di presentazione del suo primo album ufficiale, nel quale ci sono collaborazioni del calibro di Boss Doms e Achille Lauro. Ecco la nostra intervista.

Dopo aver imboccato diverse strade (musicali), adesso ha trovato la sua?

Mi rendo conto di essere sempre in evoluzione, e questo confonde sia me che l’ascoltatore. Credo di essere molto vicina al mio obiettivo, ovvero quello di raggiungere una precisa identità musicale, ma ancora non posso dire di averlo raggiunto. Mancano pochi passi.

Che importanza ha l’elettronica, e la tecnologia in generale, nella sua musica?

È importante per “rifinire” al meglio un idea che però è più importante di tutto ciò che le ruota attorno (produzione e arrangiamento elettronico, videoclip ecc). Penso che la tecnologia debba essere a servizio di un idea di base molto concreta e non viceversa, mi si possono togliere gli arrangiamenti, i videoclip, il pc sul quale digitare un testo, ma non mi si può togliere la voce, il testo stesso, le melodie generate dalla mia testa, questo è indispensabile; l'artista è profondamente e irrimediabilmente umano.

E i testi?

Lo spessore dei testi per me è fondamentale, anche se ogni tanto è bene scrivere anche con una certa leggerezza; la vita stessa non è fatta solamente di pensieri profondi, riflessione e (permettimi) pippe mentali. Traggo ogni testo da esperienze che ho vissuto e da dettagli che mi colpiscono nel quotidiano, quindi per forza di cose alcuni testi saranno più interessanti di altri.

Per comporre le sue canzoni, usa il pianoforte o il computer? Dipende; ogni tanto (più raramente rispetto al passato, lo ammetto) compongo al piano mentre altre volte lavoro direttamente sulle produzioni che mi vengono proposte, oppure faccio una ricerca di strumentale su internet che possa rispecchiare l'idea che ho in mente per poi rielaborarla con i miei producer.

Partire da Bolzano, giovanissima, per cercare il successo. Quali sono i maggiori ostacoli che finora ha dovuto superare? Il mio ostacolo più grande è sempre stato il timore di quello che gli altri pensavano di me, ci sto ancora lavorando. Più nel concreto però, anche la difficoltà nel conciliare un lavoro con gli impegni musicali che nell'immediato non portano alcun guadagno, ha fatto il suo. Se non avessi avuto il supporto dei miei genitori non sarei stata in grado di prendere e andarmene. Gli artisti non guadagnano più come una volta, non hanno più uno stipendio una volta firmato il contratto con la major, in pratica dovremmo vivere di aria finchè non arrivano risultati concreti. Un altro ostacolo che mi sento di citare è lo scetticismo, la rassegnazione, la mancanza di fiducia dalle persone che mi circondano. Per fare questo lavoro sognare ed essere un po' folli è indispensabile, spesso ci si ritrova a lavorare con persone disilluse che non credono davvero in ciò che fanno e per l'artista è deleterio.

Fanno ancora paura le musiciste donne, belle e brave, che magari si scrivono i loro pezzi? Perché, ancora ci sono così poche song writer femmine in Italia?

Sì, fanno così paura che non si vuole credere alla loro esistenza...mi ritrovo spessissimo a rispondere alla domanda “ma chi ti scrive i pezzi? nel senso, chi li ha scritti davvero?” Li ho scritti io, maledizione! Io e il mio metro e 60. Non saprei dire perchè ce ne siano poche, davvero. A me piace da morire lavorare sulla mia immagine, ma penso anche che sia giusto che se a una donna non frega nulla di dover lavorare sul proprio aspetto debba essere libera di presentarsi come le pare. Io ho pensato spesso di scrivere per altri e basta, però amo troppo i miei brani e sono un po’ egocentrica, quindi mi piace presentarmi, dire “questa sono io, ci metto la faccia, questo è quello che ho scritto e quello che penso”.

Come è nata “La Rockstar”, il suo singolo più noto?

“Rockstar” ha passato un sacco di fasi di trasformazione, prima era un pezzo hip hop, poi è diventata trap, per poi diventare quello che è ora. Io sono solita riprendere in mano vecchi brani per poi rielaborarli, altrimenti mi sembra di aver buttato un pensiero che se è finito su carta sentiva la necessità di venire alla luce.

E la nuova, Veleno?

Anche Veleno è uno di quei brani riarrangiati svariate volte, risale a 3/4 anni fa circa. é il pezzo al quale sono più legata in assoluto, l’ ho sempre tenuto da parte, con rispetto, fino a quando non è stato apprezzato nel modo giusto e lavorato come penso che meriti. Ci ho lavorato con Paolo Paone, producer di cui ho grandissima stima e rispetto. Veleno è un brano ad immagini, era indispensabile che uscisse con un videoclip bello tosto.

Rivedendola oggi, cosa le ha dato l’esperienza di X Factor? Hanno un qualche senso i talent?

Mi ha dato consapevolezza che le opinioni non sono universali, che nessuno a parte te può decidere quand'è il momento di arrendersi. Io onestamente sconsiglio i talent, per esperienza personale, perchè non è detto che tutti gli artisti siano anche personaggi televisivi, alcuni semplicemente non reggono quel tipo di tensione e rischiano (come nel mio caso) di esibirsi senza rendersi giustizia perchè soffocati dal contesto. Se invece la si prende come un avventura, alla leggera, senza pretendere troppo. può essere sicuramente un esperienza interessante.

Che musica ascolta quando è in macchina o a casa?

Ascolto un po’ di tutto, non ho un genere che preferisco rispetto ad un altro. So solo dire cosa proprio non mi piace; il jazz. Mi mette un nervoso pazzesco, so che è orribile da dire ma proprio non lo posso sentire.

Qual è, adesso, il suo sogno nel cassetto?

Il mio sogno è trovare una stabilità emotiva. Essere mediamente felice.

Cosa si aspetta da questo nuovo anno?

Sono sicura che sarà l'anno del cambiamento, ma un cambiamento che non può dipendere dagli altri, un tipo di cambiamento che può dipendere solamente da me. Poi, nel concreto, mi aspetta sicuramente l'uscita del mio primo album ufficiale e il mio primo tour. Non vedo l'ora!















Altre notizie

Attualità