Bolzano Festival, ecco come sarà «Siamo vivi e vegeti»
Tutte le novità. Il via l’ 1 agosto con un progetto nella mani del compositore Eduard Demetz Il direttore artistico Kainrath: «La Haydn suonerà nei cortili della città divisa in piccoli gruppi» Verranno anche proiettate tre opere liriche all’aperto. E il Busoni “cambierà vestito”
Bolzano. Sarà il suono delle campane a dare il via al festival Bolzano Festival Bozen, il primo agosto. Un suono rassicurante, riflessivo, intimo, ma anche allegro. La bacchetta del direttore d’orchestra, questa volta, è nelle mani del compositore gardenese Eduard Demetz. «È un progetto di time code che stiamo realizzando con gli studenti del Conservatorio- ci spiega. – La base è la registrazione di campane che sarà trasmessa su 8 canali. A questa si aggiungeranno le campane reali del posto in cui la performance si fermerà. Ad esempio in viale Europa sentiranno le campane di Gries, a Rencio quelle del centro, più le campane del posto. Dura in tutto una quindicina di minuti. E’ un progetto perfetto per questo momento, perchè c’è una diversa codificazione del tempo. Adesso il nostro time code è il lavaggio delle mani». Il progetto ha entusiasmato il direttore della Fondazione Busoni-Mahler, nonchè direttore artistico di BFB, Peter Paul Kainrath. «La musica si farà ambasciatrice di una rinnovata fiducia nel futuro». Questo il coraggioso proposito. Non sarà un Bolzano Festival Bozen come quello degli anni passati. Nulla ormai è come negli anni passati. Ma la musica ci sarà, quella vera, dal vivo, con veri musicisti e veri strumenti. Il programma che andrà dall’1 al 30 agosto è vasto e ricco, pur nelle limitazioni imposte dal momento che stiamo vivendo. E’ quasi quotidiano, con piccoli e grandi momenti musicali per i cittadini e per gli ospiti della città. Si passerà dai recital pianistici degli storici partecipanti del Busoni ai concerti cameristici con membri delle passate edizioni dell’Accademia Mahler. Ospiti graditissimi saranno le eccellenze locali, dalla Streicherakademie a piccole formazioni di maestri dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. I musicisti di Antiqua proporranno una rassegna di musica su strumenti storici mentre il cinema open-air acquisterà un sapore particolare con una serie di serate dedicate alla musica classica. I concerti si terranno all’aperto, in alcune piazze ed in alcuni cortili interni dove i residenti potranno ascoltare direttamente dai loro balconi. Il filo conduttore è un nuovo utilizzo dello spazio che in alcuni casi addirittura trasforma il distanziamento sociale in un elemento essenziale della performance. Ad aprire questa particolare kermesse sarà, come dicevamo, il compositore gardenese Eduard Demetz, che si spinge ancora oltre il consueto con una partitura che utilizza le campane delle chiese di Bolzano e coinvolgerà tutta la città. Basta quindi aprire le finestre per partecipare a questa grande festa della musica. Come diceva il maestro Claudio Abbado, fondatore dell’Accademia Gustav Mahler “la musica non ha solo una funzione estetica, ma anche etica, umana e sociale”. Come gli altri organizzatori e promotori culturali anche il Bolzano Festival Bozen ha dovuto valutare la fattibilità del suo programma estivo, in particolare relativamente alla presenza di artisti internazionali messa fortemente in dubbio dalle limitazioni alla mobilità tra stati, un aspetto particolarmente problematico per il celebre Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni e l’Accademia Gustav Mahler che richiamano partecipanti da tutto il mondo. Malgrado le difficoltà il festival però non si ferma. La nuova Fondazione Busoni-Mahler ha deciso di spostare lo svolgimento del Concorso e dell’Accademia all’autunno, con nuove modalità di attuazione che saranno definite e rese note nei prossimi mesi, dedicando invece l’estate in città alla musica classica e alla valorizzazione delle eccellenze locali e degli spazi all’aperto.«Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questa epidemia, è che la vita non è solo benessere fisico. E che nella vita ci vuole anche la cultura: l’arte, la musica, il teatro, eccetera. Per questo il Bolzano Festival Bozen non si ferma».
Su questa certezza, il direttore artistico Peter Paul Kainrath e il suo team, hanno costruito un programma ad hoc, mai fatto prima. «Abbiamo avuto l’appoggio di tanti, dal Sindaco ai musicisti dell’Orchestra Haydn. Dobbiamo dare il segnale che la vita continua. O forse comincia in modo diverso». Come si svolgerà il nuovo Bolzano Festival? Tutti i dettagli saranno resi noti durante la conferenza stampa a inizio luglio, ma alcune cose Kainrath è già in grado di dircele. «Si svolgerà dal primo al 30 agosto, con moltissimi concerti in giro per tutta la città. Ad esempio l’Orchestra Haydn, suddivisa in piccoli ensemble, suonerà in diversi cortili della città. La gente potrà affacciarsi alle finestre e alle terrazze e ascoltare bellissimi concerti. E’ un chiaro segnale da parte della nostra Orchestra che la musica non si ferma. E magari avvicinerà qualcuno alla musica classica. Si potrà sentire la Streicherakademie in almeno tre concerti, probabilmente nel Chiostro sotto al Conservatorio. Novità impensabili in altri momenti anche per Antigua. Nelle chiese della città saranno eseguiti dei concerti con la tecnica del coro spezzato, nato nella Scuola Veneziana nel XVI e XVII secolo, per cui si assiste all’evolversi della voce umana nello spazio». Questa volta si cementa anche l’affascinante connubio tra musica e cinema. «Proietteremo tre opere liriche nei cinema all’aperto, su un grande schermo e con una qualità sonora eccezionale». Ma non bisogna dimenticare i pianisti del Concorso Busoni, e i musicisti dell’Accademia Mahler, anche se entrambi sono stati spostati a ottobre. «In agosto abbiamo invitato a suonare qui da noi tutti i vincitori del Concorso Busoni presenti sul territorio italiano, e sono tanti. Quanto all’Accademia abbiamo raggiunto il record di 900 iscritti, quasi il doppio dello scorso anno, ma ne dovremo selezionare solo 50. L’Accademia si sdoppierà: la prima parte sarà a Dobbiaco in autunno, la seconda a Bolzano in dicembre. Non sarà un’edizione più povera. Sarà un’edizione diversa!».