“Canne al vento” torna tra sacro e profano
Il festival dedicato all’organo. Si comincia domani nella Chiesa di San Giuseppe ai Piani In arrivo anche Kristian e Anna Karoline Olesen, Anders Ljungar-Chapelon e Magdalena Karolak
Bolzano. L’Organo, lo strumento principe della musica sacra occidentale, ma non solo. La città di Bolzano da anni dedica a questo antico e meraviglioso strumento un festival del tutto speciale: “Canne al Vento”. La rassegna nata da un’idea di Claudio Astronio si contraddistingue per la gratuità dei concerti, l’alto valore artistico degli ospiti di livello internazionale, e per il fatto di essere nata intorno ad uno strumento, l’organo della chiesa di San Giuseppe ai Piani, costruito nel 2006 da Andrea Zeni. I programmi non durano più di un’ora, spaziano dalla musica antica alla musica contemporanea sacra e profana, e hanno portato negli anni nella chiesa di San Giuseppe i generi più disparati tra cui anche il jazz, il folk e la musica tradizionale. Le scelte musicali degli artisti ospiti valorizzano le grandi possibilità espressive dell’organo, strumento antichissimo finito in realtà solo per caso nell’ambito liturgico dove è rimasto a lungo confinato. Lo strumento è infatti documentato fin dall’antichità, addirittura dal 275 a.C., prima azionato da un complesso sistema idraulico e solo successivamente da mantici. Era utilizzato nei palazzi e nelle corti e si diffuse nell’Impero Romano al punto da entrare in tutte le case di chi poteva permetterselo quasi come un precursore del pianoforte. Solo molto più tardi entrò in uso per l’apprendimento della nascente polifonia in ambito ecclesiastico finché nel IX secolo si affermò l’usanza della costruzione in loco nelle chiese suggellandone la funzione liturgica. Ma la musica classica si è riappropriata dell’organo e della sua funzione profana in numerose partiture ed in seguito anche la musica jazz, soul e pop ha sfruttato le possibilità dell’organo introducendo nuovi modelli dotati di caratteristiche e sonorità diverse. Canne al Vento nel corso degli ultimi dieci anni ha dato spazio a tutte queste “voci”. Quest’anno i consueti quattro concerti si apriranno domani 22 maggio, ore 20.30, nella Chiesa di San Giuseppe ai Piani con l’organista danese Kristian Olesen, che con la figlia Anna Caroline, mezzo soprano, propone il programma dal titolo Salmi – Musica sacra tra Riforma e Controriforma, con musiche per organo e voce tratte dal repertorio sacro dal Rinascimento al Novecento. Olesen è organista della cattedrale di Roskilde, luogo di sepoltura dei sovrani danesi, e consulente nazionale per la conservazione degli organi danesi. E’ un solista apprezzato a livello internazionale.
Il 24 maggio in occasione della “Lunga notte delle Chiese”, sempre alle 20.30, Canne al Vento ospiterà i cori dell’Istituto Musicale Vivaldi diretti da Anita Degano e Livia Bertagnolli, impegnati nell’esecuzione di varie partiture di ogni epoca incentrate sul testo del salmo Laudate Pueri. I cori saranno accompagnati dall’orchestra Musici Prattici, preparata da Claudio Astronio, e da Antonella Lorengo e Stefano Ambrosi all’organo.
Un programma invece assolutamente insolito ed esotico sarà eseguito il 28 maggio dall’organista Yuzuru Hiranaka con il flautista Anders Ljungar-Chapelon, dal titolo “The Oriental Paradise and Gregorian Chant”. Le partiture eseguite appartengono alla musica contemporanea giapponese, con opere di Hina Sakamoto, Toru Takemitsu e Anders Danman, quest’ultimo fortemente influenzato dalla musica e dalla cultura asiatica. I due musicisti sono entrambi docenti e solisti di fama, attivi internazionalmente dal Giappone agli Stati Uniti.
A conclusione della rassegna il 30 maggio saliranno sulla cantoria della chiesa di San Giuseppe l’oboista Magdalena Karolak e la madre Elzbieta, organista, con un programma dal titolo Oblivion – le quattro età dell’uomo. Un’idea fantasiosa quella di dipingere musicalmente il percorso dalla fanciullezza alla vecchiaia con pezzi brevi tra i più celebri del repertorio classico e contemporaneo come Sevilla di Isaac Albeniz o Salut d’Amour di Edward Elgar. Magdalena Karolak è una delle interpreti più apprezzate in Europa nel campo dell’oboe barocco, malgrado la giovane età, con collaborazioni con tutti i principali ensemble impegnati nell’esecuzione della musica antica. La madre Elzbieta Karolak è un’apprezzata docente di organo presso l’Università Statale di Poznań.