Dietro il nome “Rosmini” una galassia di destra 

L’associazione. Quello di Bolzano forse non è stato soltanto un incidente di percorso Dentro il board dell’Istituto di Scienze Europee volti noti del pensiero della destra radicale



Bolzano. Una cosa mai vista. Unibz che irrompe nel tranquillo pomeriggio bolzanino con un comunicato fa sobbalzare molti: «La Libera Università di Bolzano fedele alla sua impostazione favorevole all’integrazione europea e rispettosa dei diritti democratici fondamentali prende nettamente le distanze dal pensiero e dalla figura del filosofo russo Aleksandr Gel’ evič Dugin e del docente francese Christophe Réveillard invitati dall’Istituto Rosmini come relatori al suo convegno annuale. Riteniamo - prosegue il comunicato - che le posizioni sostenute dai due invitati non rispecchino i principi di libertà, tolleranza e scientificità a cui ci ispiriamo nel nostro lavoro quotidiano di scienziati e docenti e, seppur consapevoli che le idee non debbano preventivamente essere sottoposte a censura, non riteniamo opportuno e accettabile che questo pensiero trovi accoglienza nel nostro Ateneo. L’Università si rammarica di non aver ravvisato con tempestività la presenza di Dugin e Réveillard nel programma del convegno e si vede costrette a ritirare il patrocinio alla manifestazione nonché la disponibilità delle aule concesse per lo svolgimento del convegno nella giornata di domani». Facciamo un passo indietro. Innanzitutto il convegno. Si tratta del 58° convegno dell’Istituto “Rosmini” dedicato a “L’idea di Europa nelle culture politiche non egemoni: proposte, progetti, problemi”, e che, iniziato giovedì 3 ottobre, si concluderà oggi. Il tutto, così da programma, presso e in collaborazione con la Libera Università di Bolzano e con la partecipazione di relatori, docenti e studiosi provenienti da Italia, Austria, Francia, Spagna, Polonia, Russia. Una delle relazioni era targata anche Lub, per la precisione Stefania Baroncelli, la prorettrice che ieri doveva parlare di Europa delle Regioni. Doveva, perchè in realtà per ovvie ragioni ha poi dato forfait. E così agli atti resta solo l’intervento del rettore Paolo Lugli che giovedì pomeriggio ha regolarmente portato i saluti dell’ateneo ai congressisti. Ma allora come si è passati a rovesciare il banco? Semplicemente perchè gli studenti hanno protestato segnalando la presenza di Dugin e Réveillard «due noti personaggi - scrive l’Associazione di volontariato Bozen Solidale - legati all’estrema destra europea». Con una differenza: mentre il secondo è pressochè uno sconosciuto al di fuori dell’ambiente accademico, il primo - considerato molto vicino a Putin, teorico di un neoimperialismo “eurasiatico” che ha il compito di affossare le democrazie liberali recuperando i sacri valori della Tradizione e della fede in chiave antiatlantica - infatti è salito recentemente agli onori delle cronache anche per una vicenda di tutt’altro tenore: l’incontro al Metropol di Mosca con l’emissario della Lega, Savoini, in una questione che ha riempito le pagine dei giornali e su cui sta indagando la magistratura. Una vicenda che, comunque, ha messo in grande difficoltà il segretario leghista Matteo Salvini. Lo stesso Salvini che proprio l’Istituto Rosmini, lo scorso anno aveva proposto come relatore all’annuale congresso che si doveva tenere, come sempre negli ultimi anni, alla Lub. Ma gli studenti non sono stati gli unici a protestare. A condannare la presenza di Dugin alla Lub è stato anche Guido Margheri, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia: «L’Anpi Alto Adige esprime il suo sdegno e la sua ferma protesta per la presenza all'Università di Bolzano di Aleksandr Dugin all'Università nell'ambito dell'annuale Convegno sostenuto da Regione, Provincia, Comune, Università e Eurac, dell’Istituto Internazionale Rosmini. È nessario che qualsiasi sostegno pubblico ad una simile presenza sia revocato.A chi considera Dugin un normale "filosofo" è il caso di ricordare che si tratta di un personaggio inquietante, punto di riferimento delle destre neofasciste di tutta Europa. Le istituzioni pubbliche, in particolare quelle finalizzate all'istruzione non possono e non devono, infatti, sostenere inizative in palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione, peraltro in aperto contrasto con la storia di convivenza e di rifiuto dei nazionalismi che ha caratterizzato la costruzione dell'autonomia nella nostra terra e la stessa istituzione della Libera Università di Bolzano. Le istituzioni, in particolare, quelle scientifiche non possono e non devono legittimare l'azione e il pensiero del capo di un movimento politico come Euroasia di tendenze ultranazionaliste, razziste e omofobe punto di riferimento esplicito per l' estrema destra europea neofascista, xenofoba e razzista».Per la cronaca, comunque, a Bolzano Dugin non è mai arrivato. Resta da capire, e questo sarà possibile farlo nei prossimi giorni come sia stato possibile arrivare ad una situazione di questo tipo. M.F.













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