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E' nato Brattarello, la maschera della città di Bolzano

La nuova creazione di Sarah Sartori, direttrice artistica del Centro Maschere. Sul suo volto i tratti dell'aquila e del lupo, animali totem dell'Alto Adige (foto DLife)



BOLZANO. È nato Brattarello, la maschera della città di Bolzano. Al Teatro Studio del Teatro Comunale è stata presentata la nuova creazione di Sarah Sartori, direttrice artistica del Centro Maschere e Strutture Gestuali della Famiglia Sartori.

Tanta era l’attesa di conoscere questa maschera, frutto di un anno di domande e attività condivise con i cittadini: esiste una “maschera della società”, somma di quelle personali e sintesi delle espressioni, dei significati e delle dinamiche sociali che determinano i gruppi e le comunità in cui viviamo? Qual è quella di Bolzano? Da questi input è infatti partito nel 2021 il progetto “La maschera di Bolzano”, un’iniziativa a cura di Cooperativa 19, in collaborazione con Teatro Cristallo e Cristallo Young e con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociali, al Tempo Libero e allo Sport del Comune di Bolzano e dell’Ufficio Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Bolzano. Alla base un obiettivo ambizioso e innovativo: avviare un processo partecipato e aperto alla cittadinanza che ha mirato alla progettazione condivisa e alla produzione di una maschera della città di Bolzano.

Ed ecco finalmente svelato Brattarello, questo il nome scelto per la maschera, che pur essendo appena “nato” svela già una forte personalità, uno sguardo intenso e diabolico, ma anche dolce e gentile se occorre. Sul suo volto, lavorato nel cuoio, emergono visibili i tratti salienti dell’aquila e del lupo, animali totem dell’Alto Adige. Fisionomie antropomorfiche associate all’arguzia, all’ironia e alla comicità, secondo lo scrupolo artistico e sensibilità dei Sartori, che l’hanno ideata.

Come tutte le maschere anche Brattarello nasce dagli occhi della gente e ha un forte legame con la storia della società che lo circonda. Il nome è stato ispirato a Walter Valeri pensando «ai venditori di cibo fumante che s’incontrano con gratitudine agli angoli delle strade di Bolzano nelle notti d'inverno. È a tutti gli effetti un nuovo personaggio della Commedia dell’Arte - continua - . Appartiene alla famiglia degli zanni, come Arlecchino, Brighella o il Capitano, risorto nel XXI secolo per parlare un po’ in italiano, un po’ in tedesco, un po’ in ladino con accento calabrese.

La maschera si è presentata ieri in un evento-spettacolo organizzato in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano: “Monologo di una maschera alla corte di Re Laurino” con la regia di Walter Valeri e Paola Piizzi, recitato da Salvatore Cutrì, primo ad indossare la nuova maschera. L’evento è stato accompagnato da un’esposizione di maschere della Famiglia Sartori e da un documentario prodotto da Cooperativa 19 che ripercorre la creazione della prima maschera cittadina.

Ed ora cosa farà Brattarello? Come suggerisce Walter Valeri «lo decideranno gli abitanti di Bolzano. Questa maschera è nata perché la città l'accolga fra le sue braccia festose».

 













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