Fabrizio De Andrè in città Tre tappe e molti ricordi 

L’artista. Domani, 11 gennaio, ricorrono i 22 anni dalla scomparsa del cantautore genovese Delle sue apparizioni in Alto Adige restano le foto della bolzanina Witzmann e l’LP “Merano 81”


Jimmy Milanese


Bolzano. Con l’11 gennaio sono esattamente 22 anni che Fabrizio De Andrè ci ha lasciati, mentre sono passati 40 anni da quel primo dei tre concerti che tenne a Bolzano. Il 15 settembre 1981 De Andrè arrivò al Druso a conclusione del tour estivo “L’Indiano” iniziato a Lignano Sabbiadoro. Evento che la fotografa bolzanina Francesca Witzmann ricorda molto bene, visto che al termine della serata con sorpresa venne invitata a cena dallo stresso De Andrè. «Fabrizio mi vide fotografarlo e alla fine del concerto chiese se avessi accettato un invito a cena con una sola preghiera, ovvero non fare domande sul sequestro», ricorda Witzmann. Infatti, nell’agosto del 1979 De Andrè e sua moglie Dori Ghezzi erano stati rapiti da una banda sarda e tenuti prigionieri per quattro mesi alle pendici del Monte Lerno per essere poi liberati poco prima di Natale. Da quella drammatica esperienza nacque “Fabrizio De Andrè” il decimo e quartultimo album dell'artista genovese meglio conosciuto con l’indicazione “L’Indiano”.

«Tornai a casa alle due di notte, dopo avere cenato tutti assieme in un ristorante nel centro di Bolzano e posso dire che conservo ancora oggi un bellissimo ricordo di quelle ore in compagnia di Fabrizio e di sua moglie», ricorda ancora Witzmann. A testimonianza indelebile di quell’evento, la fotografa bolzanina è autrice del famoso scatto che immortala De Andrè sul palco in primissimo piano con gli occhi chiusi, ancora oggi capace di restituire tutta l’intensità poetica che il viso del cantautore dall’occhio sinistro socchiuso sprigionava. Foto finita alla 58° Biennale d’Arte Internazionale di Venezia nel 2019 a campeggiare negli spazi di Palazzo Rezzonico. Tra le foto dell'autrice un'altra rimane memorabile, ovvero quella scattata proprio all’interno del ristorante “Primi di Toni” di via Dalmazia.

Di quel tour estivo che si concluse a Bolzano esiste un particolare LP oggi introvabile pubblicato dalla casa editrice Dischi Ricordi in edizione limitata con la dicitura “Merano 81” che ad oggi rappresenta una vera e propria chicca per tutti i collezionisti di vinili rari. A ricordare i motivi di quella particolare edizione limitata e marcata “Merano 81” è Mirto Mozzon: professore di ingegneria presso l'ateneo di Padova considerato il più grande collezionista italiano di De Andrè.

«Sì, quel disco è il santo Graal del collezionismo nel campo dei vinili. Fu una edizione limitata intesa per i soli amici di Faber e a una serie di giornalisti che lui aveva invitato proprio per una conferenza stampa che si tenne a Merano, città dove aveva intenzione di concludere la sua tournée estiva, anche se poi quella data meranese saltò per motivi che non sono mai stati chiariti», spiega Mozzon il quale conserva oltre duemila cimeli di Faber tra i quali il prezioso LP “Merano 81” autografato dello stesso De Andrè. Quell’LP speciale in edizione blu rappresenta oggi un vero e proprio desiderio proibito per i collezionisti, mentre indimenticabili sono alcuni brani in esso contenuti come “Fiume Sand Creek” e “Hotel Supramonte” scritti assieme a Massimo Bubola. Due pezzi che tanto con garbo quanto con durezza associano le vicende del popolo sardo al massacro dei pellerossa o la prigionia patita alla quotidianità di moltissime coppie di conviventi.

De Andrè sarebbe ritornato in concerto a Bolzano in altre due occasioni, invitato dal promoter meranese Roland Barbacovi. La prima nel 1991 e la seconda nel febbraio del 1998 al Palasport, poco prima della sua scomparsa, appunto, l’11 gennaio 1999.















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