la lettera 

fatemi rivedere mia mamma 

Buongiorno direttore Faustini, lei che mi ha già ospitato nel suo giornale forse riuscirà a dare seguito a questa mia pubblicando le righe che le invio di seguito e chissà che anche questa volta non...



Buongiorno direttore Faustini, lei che mi ha già ospitato nel suo giornale forse riuscirà a dare seguito a questa mia pubblicando le righe che le invio di seguito e chissà che anche questa volta non riesca a darmi una mano. Sono figlia di una residente in casa di riposo e sono allo stremo. Vedo o meglio sento mia mamma allontanarsi lentamente e inesorabilmente. In nome di una collettività che Lei ha sempre saputo rappresentare Le chiedo di farsi portavoce di questo sconforto per fare pressione su chi di dovere per alleggerire una situazione non più sostenibile: vogliamo rivedere i nostri cari!

Se la mia mamma potesse, forse vi scriverebbe questa lettera:

Dal 4 marzo, giorno della chiusura delle visite nelle case di riposo, molte cose sono cambiate. Per chi è fuori è difficile, ma per chi sta dentro è molto molto più difficile. Non ci sono informazioni e i parenti che prima vedevi, non vengono più a trovarti.

Sì ci sono le video chiamate e per chi vede poco e sente ancor meno, non sono il massimo, ma pazienza, ne abbiamo viste tante!

E poi non ci sono più le attività ricreative: né tombola, né musica, né Paolo con il suo violino, né la santa messa.

Va beh, passerà. Passa tutto!

Una settimana, un mese, marzo, aprile, maggio: ma quanto durerà? E quanto ci resta? Perché a 97 anni non conti gli anni forse neanche i mesi conti i giorni e ti piacerebbe vedere un sorriso di un figlio o di un nipote e perché no, un qualche conoscente che ancora si ricorda di te e fare due parole con qualcuno che sa chi sei, chi eri, che ti conosce.

Che tristezza questa solitudine, questo niente, meglio lasciarsi andare. Tanto quelli fuori hanno tanto tempo per decidere cosa è meglio per te. Certo sarebbe bello ricevere ancora una carezza, un abbraccio, un sorriso difficile per chi sta fuori, ma è molto, molto più difficile per chi sta dentro.













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Valeria Frangipane

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