Festival Oriente Occidente, la nuova via della seta #2 

Danza in primo piano. Dal 29 agosto all’8 settembre 31 spettacoli e 21 grandi compagnie In arrivo Compagnia Norvegese e poi Mourad Merzouki, AterBalletto, Guillot e molto di più


Katja Casagranda


Rovereto. Sull’onda del successo della scorsa edizione e nella prospettiva da un lato di consolidare il ruolo di primo piano che si è ritagliato a livello nazionale ed internazionale tra i festival di danza, ma anche di continuare nella sua crescita grazie alle collaborazioni e la rete di partner stretta su più fronti, giunge alla sua XXXIX edizione il Festival Oriente Occidente. Con 31 spettacoli in cartellone, 21 compagnie di danza coinvolte per un totale di oltre 230 artisti attesi, oltre a ben otto incontri di approfondimento, dal 29 agosto all’8 settembre Rovereto si erge a capitale della danza con il Festival che prosegue nel suo format di spettacoli di punta con compagnie internazionali che riserveranno al Festival una serie di prime assolute, anteprime e produzioni in site specific, la sezione dedicata al sostegno della danza e coreografia nazionale e poi gli spettacoli che invaderanno il centro storico. Un articolato programma quindi che prevede anche un’escursione nel capoluogo, con uno spettacolo previsto a Teatro Sociale di Trento in collaborazione con il Centro Culturale Santa Chiara, oltre alle collaborazioni con Mart, Progetto Manifattura e Muse. «Se come titolo del Festival potremmo dare “L’avventura continua”- dice Lanfranco Cis direttore artistico del Festival che ieri ha presenziato la presentazione ufficiale a Rovereto- quello del 2019 è un Festival che si declina in quattro tematiche, ossia un ulteriore capitolo sulla Nuova via della Seta, il tema del clima e dei cambiamenti climatici, il tema dell’esilio legato anche al fenomeno delle migrazioni e poi una riflessione condivisa con e sui Paesi dell’Est, paesi che si indagano culturalmente su libertà e arte e vorrebbero condividere questo dialogo con il resto d’Europa..».

Fil rouge del festival inoltre per Cis è la volontà di «coniugare l’estetica con l’impegno all’etica, senza cui l’arte è solo superficie e non ha ragione di esistere».

Altro impegno quello del vivere collettivo e quindi l’invasione cittadine e il dialogo con il contesto quale mezzo per “disarmare solitudini” ravvisate in uno dei drammi della nostra società. Parla di Oriente inseguendo la Nuova Via della Seta la Prima assoluta dello spettacolo di Guangdong Modern Company, la più antica compagnia di danza moderna della Cina attesa a Teatro Zandonai il 31 agosto. Dedicato al tema dell’Oriente anche la commistione in “Sutra” del coreografo brasiliano Sidi Larbi Cherkaoui fra l’arte dei monaci Shaolin con la loro filosofia e il contesto contemporaneo. E sull’onda dell’apertura all’Occidente della Corea sarà ospite il 2 settembre al festival la coreografa sudcoreana Eun-Me Ahn con la sua compagnia di danza. In un momento storico in cui la sopravvivenza umana è minacciata dai cambiamenti climatici e le scelte economico politiche globali, il Festival dedica una intera giornata al tema. Evento clou lo spettacolo della Compagnia Norvegese su coreografia di Ina Christel Johannessen “Frozen Songs” ispirata alla banca di semi della Svalbard. La giornata prevede iniziative in collaborazione con il Muse e il Museo Civico di Rovereto. Tema dell’esilio affrontato con la prima tappa del lavoro sulle “Troiana” di Euripide del coreografo brasiliano ma belga di adozione Claudio Bernardo in scena il 3 settembre Infine ospiti del Festival la vitalità creativa delle compagnie ungheresi e cecoslovacche in scena nella giornata dedicata anche ad un dialogo con operatori del settore provenienti dall'Est Europa. Sempre a Rovereto per la prima volta Mourad Merzouki sviluppa la sua cultura coreografica hip hop in una visione aerea con “Vertikal” il 28 agosto. Circa il rapporto con la danza nazionale AterBalletto debutterà al Festival con Dreamers, un trittico che unisce l’israeliano Ohad Naharin alla giapponese Rihoko Sato e al sempre più promettente coreografo Philippe Kratz (Teatro Zandonai, 6 settembre). Artisti Associati nuova presenza per Luna Cenere che sviluppa il work in progress “Zoe”, mentre al suo secondo anno presente, Davide Valrosso presenta un assolo ed ancora Pietro Marullo creerà “Hive” esito del bando Vetrina delle Idee. Anteprima del Festival, il 24 agosto Teatro Cartiera ospita Natiscalzi in un lavoro sul Faust. A corollario gli eventi di incursione urbana “Una città per ballare”, coreografie urbane e spettacoli, site specific e momenti di coinvolgimento con grande spazio alla trasversatilità di linguaggi che legano danza, performance e arte circense. Torna la danza verticale sulla facciata di Progetto manifattura con il pioniere della specialità Fabrice Guillot. Vocazione all’inclusione del Festival che è un punto di riferimento a livello internazionale con grandi iniziative ed attenzione oltre a nuove collaborazioni. Punta di diamante della sezione lo spettacolo della Stop Gap Company la più importante compagnia inclusiva inglese. Altra giovane promessa dell’Est Europa è Beatrix Simkó, autrice del duetto con la finlandese Jenna Jalonen sul tema delle origini e dell’isolamento in Europa dei loro paesi: Long time no see! (Teatro alla Cartiera, 1 settembre, ore 22). Già tenuto d’occhio dalla critica grazie alla sua partecipazione nel 2018 Festival d’Avignon, lo spettacolo è ora inserito tra le venti produzioni selezionate della piattaforma Aerowaves Spring Forward twenty19.Programma completo sul sito on line del Festival.













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