Freddy Longo, gli scatti sudamericani e lo sberleffo al Covid

Merano. Freddy Longo ha sbattuto in faccia alla pandemia il trionfo della speranza. Lo ha fatto con una raffica di immagini, imbarcando nel viaggio l’amico Enzo Nicolodi. Freddy – scrittore,...



Merano. Freddy Longo ha sbattuto in faccia alla pandemia il trionfo della speranza. Lo ha fatto con una raffica di immagini, imbarcando nel viaggio l’amico Enzo Nicolodi. Freddy – scrittore, fotografo, artista - che da sempre solca gli oceani del mondo e assieme i flutti dell’animo umano, spesso più pericolosi i secondi dei primi. Un mese fa, quando il lockdown aveva cominciato ad allentare la presa, il video-collage di foto aveva cominciato a circolare su Facebook (lo si intercetta sulla pagina Fb di Enzo Nicolodi, che ne ha curato il montaggio, o nel gruppo “La casa dei racconti – Lichtstunde – Story Time Again) e ha raggiunto le diverse latitudini. L’isolamento forzato dal mondo, quel mondo che ama e odia, ha agito su Freddy Longo come una molla, tesa allo spasimo per poi colpire più lontano, più a fondo. Ed è deflagrato in questo lavoro in cui converte la rabbia in un messaggio di fiducia. “Start Again”, il titolo. «Fra accettare la pandemia voluta dalla fata cattiva non invitata al battesimo del re, o rifiutare la rassegnazione per urlare “io rinasco”, ho scelto la seconda possibilità». Ed è un film fotografico di rinascita quello «intarsiato con Enzo, a distanza, per telefono e attraverso fitti scambi di e-mail». Per quasi otto minuti le fotografie si susseguono, si rincorrono, sfumano e risorgono. Sono scatti che risalgono all’anno scorso, nati durante il viaggio di Longo in America Latina, dall’Uruguay alla Colombia. «In qualche modo sentivo che prima o poi avrebbero trovato un senso. Ed eccolo qui, hanno preso attualità in questo momento. Le foto dell’acqua nelle sue infinite forme, acqua da cui veniamo generati e purificati. Oppure la serie di piedi in movimento: sono l’istinto che ci dà forza. E poi i giovani, coloro che vanno avanti e non hanno paura, nemmeno in questa pandemia. È un collage potente, un racconto in foto che parla di rigenerazione, di rinascita. Di una nuova partenza. Ho ottenuto riscontri da ovunque. È un lavoro che si inserisce in un momento di rabbia contro questa cultura obsoleta voluta da chi non è all’altezza di capirla». Irriverente e sfrontato una volta di più, Freddy Longo, che vive col sole in fronte senza il timore di scottarsi. Lo ha fatto anche in quel tour sudamericano, trovando la soddisfazione di imbattersi nei suoi libri nella libreria Puro Verso, fra le più influenti del continente. Sudamerica teatro di tante vicende umane e d’inchiostro dell’autore meranese che per il suo prossimo romanzo ha invece dirottato verso settentrione, pur rimanendo al di là dell’Atlantico. L’altalena di sentimenti recitata da Longo torna a dondolare: dall’urlo del collage “Start Again” si passa ora al vortice di entusiasmo per il nuovo libro in fieri, «ambientato nella Hollywood del 1930, sullo sfondo cupo della Grande Depressione. Un modo per parlara anche di Eisenstein a Buñuel, di Walt Disney a Marlene Dietrich, o di Charlie Chaplin». Oltre la maschera. s.f.













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