Gold: «Il sound anni ’80 è eterno, senza tempo» 

L’intervista. Il leader storico degli Alphaville, stasera in concerto a Castel Trauttmansdorff, difende lo stile che gli ha dato il successo. «La mia idea della musica non è cambiata per niente»


Daniela Mimmi


Merano. Chi non ricorda canzoni come “Forever Young” o “Big in Japan”, o ancora “Sounds like a Melody”? Erano gli anni Ottanta e loro erano gli Alphaville. E sono ancora gli Alphaville, anche se con un po’ di cambiamenti nella composizione della band. Da allora sono passati infatti decenni (ben tre e mezzo...) ma il gruppo fondato a Münster, in Germania, nel 1984, è ancora vivo e vegeto, pur come detto con le dovute defezioni, abbandoni e morti. Sono talmente vivi che stanno facendo l’ennesimo tour europeo, anche per promuovere il loro ultimo album, “Strange Attractor”, uscito in realtà due anni orsono. E dunque stasera, come abbiamo già annunciato su queste colonne, fanno tappa nella nostra provincia, precisamente al Laghetto delle ninfee dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, a Merano, nell’ambito del World Music Festival della Showtime. Adesso la band è composta dal cantante Marian Gold, uno dei fondatori storici (e l’ultimo Alphaville rimasto del trio originario), David Goodes alla chitarra, Alexandra Merl al basso, Jakob Kiersch alla batteria e Carsten Brocker alle tastiere. Abbiamo intervistato il leader e frontman “storico”, Marian Gold.

Avete alle spalle 35 anni di carriera. Com’è cambiata la vostra idea di musica?

«In realtà la mia idea della musica non è cambiata per niente. Per me adesso, come agli inizi, la musica è avventura, libertà, amore e dolore. Proprio in questo ordine».

Voi avete sempre dato molta attenzione alla tecnologia. In che modo la tecnologia supporta oggi la vostra musica?

«La tecnologia aiuta. Non mi sono mai preoccupato molto dello stile della musica degli Alphaville. Se si potesse scrivere la musica con una mazza o con una macchina per il caffè, noi li useremmo».

In questo periodo pare essere tornata molto di moda la musica anni Ottanta. Perchè, secondo lei?

«Perchè siamo sentimentalmente folli! E non è una cosa negativa...».

Cosa ne pensa della musica elettronica di oggi, e della scena della dance music?

«Troppo business e troppo poca follia...».

Di solito ci mettete anni per realizzare un album. Ne avete fatti 13 in 35 anni. Come mai?

«Troppa follia e poco business...».

Di alcuni vostri successi, solo per citare “Forever Young” e “Big in Japan”, sono state fatte dozzine di cover. Le avete contate? O ascoltate?

«Impossibile contarle e ascoltarle. Ne sono state fatte centinaia se non migliaia, presumo».

Cosa ne pensa, oggi, del sound degli Alphaville negli anni Ottanta?

«Non era il sound degli anni Ottanta, era un sound eterno, senza tempo».

Cosa deve aspettarsi il pubblico che verrà a sentirvi a Merano?

«Daremo del buon rock a tutti e si divertiranno».

Dove sta andando la musica degli Alphaville?

«Va dove nessuno è ancora andato finora».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità