Grande cinema, oggi apre i battenti la kermesse Berlinale
Il Festival. Sono 342 i film le pellicole nelle varie sezioni, in rappresentanza di 71 Paesi L’Italia si candida alla vottoria con due pellicole, ma la concorrenza è agguerrita Occhi puntati sul film di Giorgio Diritti. L’ Orso d’oro alla carriera andrà a Hellen Mirren
Bolzano. Sono 342, i film che da oggi 20 febbraio al 1 marzo passeranno sugli schermi di uno dei festival cinematografici internazionali più importanti, la Berlinale. 342 film, di cui, ci tiene a sottolineare lo staff, controcorrente alle tante polemiche di genere che hanno alimentato e alimentano il mondo del cinema degli ultimi anni, 138 diretti da donne, per un totale di 71 Paesi rappresentati. Tra questi, non indifferente, la presenza dell’Italia, che, in particolare, tra i 18 lungometraggi in Concorso, si candida con ben due titoli: “Volevo nascondermi” di Giorgio Dritti e “Favolacce” di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Biografia dell’artista naïf Antonio Ligabue, il primo, e storia di una periferia romana in cui, tra padri sadici e madri impotenti, i ragazzi covano una rabbia potenzialmente drammatica, il secondo, caso vuole che a brillare in entrambi – mascotte italiana di questa 70esima edizione della Berlinale – sia Elio Germano. Accanto alle nostre rappresentanze, altri 16 titoli, tra cui spiccano l’americano “First Cow” di Kelly Reichardt, il francese “Le sel des larmes” di Philippe Garrel, il taiwanese “Rizi (Days)” di Tsai Ming-Liang, storia dal “sapore” Lgbt e molte istanze germaniche, una su tutte “Undine” di Christian Petzold. A decretare il vincitore, la notte del 29 febbraio, e assegnare l’Orso d’oro, la giuria presieduta dall’attore premio Oscar (per “Il mistero Von Bulow”) Jeremy Irons, e composta dall’attrice franco-argentina Bérénice Bejo, dalla produttrice tedesca Bettina Brokemper, dalla regista palestinese Annemarie Jacir, dallo sceneggiatore e regista americano Kenneth Lonergan, dal programmatore e critico brasiliano Kleber Mendonça Filho e – di nuovo in rappresentanza azzurra – dall’attore Luca Marinelli, ultima Coppa Volpi per “Martin Eden”.
Ma a comporre il palinsesto di queste quasi due settimane di cinema berlinese, inaugurate con la proiezione del film “My Salinger Year” con Sigourney Weaver, Douglas Booth e Margaret Qualley, che segue l’aspirante poeta Joanna, il cui lavoro è rispondere alla mail dei fan dell’autore di culto J.D. Salinger, come sempre, c’è tanto di più. Dai classici restaurati, tra cui si nota, in occasione del centenario della nascita, una nuova versione de “Il Bidone” di Federico Fellini (1955), alle retrospettive (su King Vidor), in nome del passato; dalle serie tv, alle nuove promesse di “Generation”, per il futuro. Al cinema giovane, politico e combattivo, è dedicata la sezione “Panorama”, che per il 2020 ha come temi centrali le migrazioni, la ricerca di una nozione interiore di casa, ma anche il confronto con la catastrofe ambientale, spaziando così tra storie di matrice internazionale, come la ricerca di un fratello scomparso firmata dal brasiliano Matias Mariani, il ritrovamento delle proprie radici algerine diretto da Karim Aïnouz, e il dramma pugliese “Semina il vento”, diretto da Danilo Caputo, che, ai piedi dell’Ilva, mette a confronto l’economia di profitto dei padri e quella ecologicamente sostenibile dei figli. Ma ancora, le sezioni “Forum” e “Forum Expanded”, che racchiudono prodotti di particolare senso estetico, e nelle quali l’Italia presenta “La casa dell’amore” di Luca Ferri, storia di una prostituta transessuale, e “Zeus Machine - L'invincibile” di Nadia Rocchi e David Zamagni, dodici inedite storie sulla vita di Ercole, nonché la nuovissima “Encounters”, dedicata ai documentari, a riconferma di un’attenzione sempre maggiore della Berlinale a questa forma di cinema (nonostante già da anni sia stato istituito un premio specifico).
I 70 anni, inoltre, saranno celebrati con una particolare rassegna, “On Trasmission”, composta da film scelti da registi parte della storia del festival germanico, ma anche per mezzo della presentazione di alcuni lungometraggi restaurati, portavoce di un punto di vista esteuropeo sull’Olocausto, e dall’inaugurazione dell’archivio dedicato a Jerry Lewis. E ancora, il premio “Berlinale Camera” andrà alla regista tedesca Ulrike Ottinger, mentre l’Orso d’oro alla carriera sarà consegnato al premio Oscar (per “The Queen”) Hellen Mirren. Tra gli appuntamenti “speciali”, infine, la proiezione di “Pinocchio” di Matteo Garrone e dell’ultimo film d’animazione Pixar (la Disney approda anche a Berlino) “Onward”, storia di due fratelli elfi adolescenti, il cui padre è morto quando erano troppo piccoli per ricordarlo, e che intraprendono una missione per scoprire se c'è ancora della magia nel mondo.
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