Il “Cristallo” festeggia sessant’anni e chiude in bellezza

Bolzano. Per chiudere in bellezza un anno in cui la rivista “Il Cristallo” ha festeggiato i suoi primi sessanta, è uscito in questi giorni nelle librerie il secondo volume del 2019. La storica...



Bolzano. Per chiudere in bellezza un anno in cui la rivista “Il Cristallo” ha festeggiato i suoi primi sessanta, è uscito in questi giorni nelle librerie il secondo volume del 2019. La storica pubblicazione diretta oggi da Carlo Bertorelle propone saggi e interventi sulla politica e sugli eventi culturali della provincia di Bolzano, recensioni di libri, approfondimenti firmati da noti esponenti della cultura e dell’informazione locale. Nel suo editoriale, Bertorelle ci e si chiede come sia possibile orientarsi nelle nebbie del nuovo oscurantismo mediatico, quello “in cui si sa tutto ma si rischia di non capire nulla”. E propone come prima soluzione l’investimento sull’istruzione, purché non sia una qualunque istruzione destinata a creare nuove disuguaglianze.

Il diario (argomentato) dei primi sei mesi di politica locale, firmato da Maurizio Ferrandi, ci ricorda l’avvento della Lega ai piani alti del governo provinciale e i risultati delle elezioni europee, virando poi su alcuni clamorosi fatti di cronaca nera e su presunti fatti di cronaca nera quale il clamoroso falso della ragazza che aveva denunciato di essere stata violentata sul ponte giallo del Talvera. Ferrandi ricorda, nel finale, la scomparsa a pochi giorni l’uno dall’altro di Giancarlo Bolognini e di Gino Pasqualotto, il primo storico sindaco di Bolzano e il secondo storica bandiera dell’hockey locale. Nella sezione dei saggi, Davide Leveghi sintetizza i risultati di una sua ricerca sulla comunità italiana dell’Alto Adige, esplorando il periodo degli anni Settanta che ha dato vita ai primi sentori del “disagio degli italiani” e di quel fenomeno con radici nello Statuto del 1972 che li ha resi, come spiegava Sebastiano Vassalli, un po’ più “trasparenti” . Interessanti le pagine firmate da Hannes Obermair sulla scomoda mostra “Miti delle dittature” ospitata nella primavera del 2019 a Castel Tirolo: ci fa scoprire come molti artisti della nostra regione si fossero adeguati o offerti al canone artistico dei due regimi fascisti , per vicinanza ideologica o per puro calcolo opportunistico. Uno di questi fu Hans Piffrader, del quale resta tuttora esposto un bassorilievo nell’atrio dell’Istituto ITC di Via Cadorna, a Bolzano. Sono poi Giorgio Mezzalira e Günther Pallaver ad analizzare il fenomeno della crescita dell’estrema destra anche a Bolzano.F.Z.













Altre notizie

ospiti vip

Zidane, settimana di relax nel meranese

Il campione francese è ripartito dall’aeroporto di Bolzano, dove non si è sottratto ad una foto prima di salire su un jet privato (immagine da Instagram / Davide Montemerli)

Attualità