Il direttore artistico: «La Haydn porterà un po’ di gioia a tutti» 

Intervista a Daniele Spini. I concerti proseguiranno tra Bolzano e Trento fino al 20 giugno «Abbiano scelto dei programmi allegri e pieni di vita,ci sarà tempo per musica di segno divers Alla musica di Mozart, Bartok e Haydn, si alternano brani di Buscaglione, Tenco e Sinatra


Daniela Mimmi


Bolzano. Venti concerti in 5 giorni, fino al 20 giugno, dalla mattina alla sera, suddivisi tra Castel Mareccio a Bolzano e Piazza Cesare Battisti a Trento. In scena L’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano insieme a Mozart, Mascagni, Béla Bartòk e Brahmas, ma anche Frank Sinatra, Fred Buscaglione, Astor Piazzolla e Luigi Tenco. La musica dal vivo riparte con “Restart”, e non potrebbe esserci segnale più forte e chiaro: la vita, forse diversa da prima, riprende il suo corso. Sui due palchi ci sono diverse formazioni dell’Orchestra Haydn di Bolzano, in piccoli ensemble che vanno dai 4 agli 8 elementi. «I gruppi sono autocostituiti – ci dice Daniele Spini, Direttore Artistico dell’Orchestra Haydn. Preesistevano già i gruppi degli archi e quelli dei fiati, poi si sono aggiunti tutti gli altri musicisti. Sono stati loro a proporre i programmi, che fanno parte di una rete e una strategia ben precisi. Non sono stati scelti a caso, in modo disordinato, seguono un filo logico ben preciso».

A proposito di programmi, sono decisamente variegati.

Non devono essere i classici concerti che si ascoltano in Auditorium, perchè anche il pubblico sarà decisamente variegato. Hanno e abbiamo scelto dei programmi allegri e lieti, perchè è di quello che abbiamo bisogno noi oggi. I requiem e i pezzi funebri li faremo in futuro, se sarà il caso, quando saremo usciti da tutto questo e sarà un modo per omaggiare i tanti morti della pandemia. Adesso dobbiamo dare un messaggio di gioia e serenità. Abbiamo messo insieme ad esempio Eine Kleine Nachtmusik di Mozart, con l’intermezzo della Cavalleria Rusticana e le Dance Rumene di Béla Bartok nel primo concerto. Ma anche Haydn e il Canone di Pachelbel e un Divertimenti di Mozart. Poi abbiamo ancora inserito un Burlesque di Telemann e un pezzo di Piazzolla. E ancora pezzi di Fred Buscaglione accanto a “Mi sono innamorato di te“ di Tenco e una Bossa Nova di Jones. E ancora pezzi napoletani, „Fly me to the moon“ di Frank Sinatra. Alcuni concerti saranno proposti identici nelle due città. Insomma, dobbiamo dare un messaggio positivo, tutto deve ripartire. In primis la musica. Per quello abbiamo intitolato la rassegna Restart, ripartenza.

Riuscite a rispettare le distanze di sicurezza e quant’altro? Ovviamente. Gli spazi che abbiamo scelto sono abbastanza ampi da poter contenere gli spettatori in modo distanziato, nel rigoroso rispetto delle direttive.

La vera ripartenza come sarà?

Immagino che sarà graduale. Intanto l’orchestra sta già provando, a sezioni separate: un giorno gli archi, un giorno i fiati e via dicendo. Ma la musica ripartirà. L’alternativa è il silenzio.

Marco Mandolini, primo violino dell’Orchestra Haydn, suonerà in diversi dei tanti concerti proposti in Restart. «Io, anzi tutti noi, siamo felicissimi. Io devo dire che sono quasi commosso all’idea di ricominciare a suonare in pubblico dopo tanti mesi. Il musicista deve comunicare con il suo pubblico, non può starsene da solo nella sua stanza. Mi piace anche l’idea di presentarci in formazioni da camera, sia perchè il pubblico non ci conosce in quella veste, sia perchè ci sono dei repertori straordinari che noi, come orchestra, non possiamo eseguire. Tutti i compositori più grandi hanno scritto musiche da camera sublimi, da Beethoven a Schubert, da Haydn a Schumann. E’ bello anche per noi avere la possibilità di farci sentire come singoli musicisti, cosa che si perde un po’ nell’orchestra. Serve anche per rompere il ghiaccio, dopo tanti mesi di inattività. Saranno concerti intimi, molto diversi da quelli dell’orchestra Haydn, per un pubblico più vario e con interessi diversi. Poi speriamo di ripartire alla grande in settembre. La musica non può fermarsi!».

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