Il Festival Bolzano alla “volata” finale  chiude con Sokolov 

Ultima settimana. Si parte martedì con i due “enfant prodige” Yuki Serino e Julian Kainrath Il 26 agosto è invece in programma l’ultimo e doppio appuntamento con la rassegna Antiqua  Sabato il finale: Haydn nel Cortile, campane del Duomo e la leggenda vivente Grigory Sokolov


Daniela Mimmi


Bolzano. Settimana fitta di appuntamenti che spaziano dalla musica barocca fino al suono delle campane, questa settimana, per il Bolzano Festival Bozen. Si comincia martedì 25 agosto nella Sala Michelangeli del Conservatorio Monteverdi di Bolzano, dove, alle ore 20.30, l’Accademia d’Archi di Bolzano, insieme a due enfant prodige, Yuki Serino e Julian Kainrath, rispettivamente 14 e 15 anni, incontreranno Johann Sebastian Bach. L’Accademia d’Archi, l’orchestra da camera dell’Alto Adige, è stata fondata nel 1987 dal Südtiroler Musikverein e da un’idea del violinista Georg Egger, storico docente del Conservatorio di Bolzano e grande strumentista. La formazione è composta in gran parte da musicisti altoatesini che condividono con i giovani strumentisti dell’ensemble la loro esperienza professionale. Il programma prevede l’esecuzione di due concerti per violino solo di Bach, il Concerto in la minore BWV 1041 e il Concerto in mi maggiore BWV 1042, e per concludere il famoso Concerto per due violini in re minore, considerato una delle migliori partiture del tardo Barocco. Non è nota la data esatta di composizione di questi concerti e neppure sono giunti a noi i manoscritti originali ma si ipotizza che la data della composizione sia precedente al 1730, forse ancora nel periodo in cui il compositore si trovava a Köhten, ma certamente furono eseguiti a Lipsia nell’ambito del Collegium Musicum e dell’attività concertistica di Bach. Quanto ai due giovanissimi talenti, Yuki Serino è nata a Roma nel 2006 da una famiglia di musicisti e ha vinto, fin da giovanissima, tanti concorsi. È stata invitata nel 2016 a Belgrado dove ha eseguito il concerto Favorito di Vivaldi con orchestra riscuotendo un grande successo, ma ha suonato anche al Forum di Bressanone, presso lo Stadttheater di Merano, al San Leo Festival e in numerose altre occasioni. Nel 2019 ha collaborato con l’Orchestra del Festival Mahler di Dobbiaco eseguendo la Quarta Sinfonia di Mahler. Attualmente collabora come primo violino di spalla con l’Orchestra Giovanile dell’Alto Adige. Da diversi anni collabora con l’Amarida Quartet con cui quest’anno eseguirà il Rondò di Schubert. Julian Kainrath, classe 2005, a soli 12 anni ha superato la selezione per l’ammissione all’Università delle Belle Arti di Graz, in Austria. Si è esibito come solista e con orchestra dall’età di dieci anni, in concerti in Ucraina, Bolivia, Austria, Francia e Italia. A nove anni ha vinto il primo premio della sua categoria al Concorso nazionale Prima la Musica in Austria.

Il 26 agosto c’è il doppio e ultimo appuntamento con Antiqua, nella Chiesa dei Francescani, alle 19 e quindi alle ore 20.30. Il concerto, decisamente variegato, si intitola Meraviglia e Stravaganza. Leila Schayegh al violino e Claudio Astronio al clavicembalo, eseguono brani di Michelangelo Rossi, Carlo Farina, Nicola Matteis junior, Arcangelo Corelli, Bernardo Storace e Francesco Veracini. Il filo conduttore del Bolzano Festival Bozen 2020 è quest’anno la relazione fra spazio ed esperienza: un’alchimia che ha dato vita a nuove forme di fruizione della musica, soprattutto durante i concerti di Antiqua, la rassegna di musica antica e barocca che mai come in questa edizione è uscita dai suoi confini e spazi di comfort. Il percorso scelto dai due musicisti seguirà quindi una linea immaginaria che si dipanerà dal Seicento al Settecento, e metterà al centro una selezione di brani di autori come Michelangelo Rossi, Carlo Farina, Nicola Matteis junior, Arcangelo Corelli, Bernardo Storace e Francesco Veracini accomunati da un forte gusto sperimental-virtuoso.

Il 29 agosto il Bolzano Festival Bozen taglia il traguardo dell’ultimo giorno di concerti con un fitto calendario che inizia alle 11 di mattina con la rassegna Haydn in Cortile, in cui gli strumentisti dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano si sparpagliano per la città per portare la musica classica direttamente sotto le finestre dei cittadini. Quest’ultimo appuntamento si terrà in 5 cortili sempre alle 11.00 (via Dante 1, via Crispi 38) e alle 19.00 (vicolo del Bersaglio 9, via Firenze 11, Piazza Vittoria 13). Dal Quartetto Americano di Dvorak ad Adios Nonino di Piazzolla, di musica ce n’è per tutti i gusti. Oltre ai concerti nei cortili si ripete anche in Piazza Walther alle 17 la performance sonora del compositore Eduard Demetz realizzata registrando 28 campane di Bolzano. Attraverso 8 altoparlanti le tracce rielaborate creano una performance stereofonica a cui si fonde il suono live delle campane del Duomo. Questo suono antico, ormai privo di uno scopo pratico ma ricco di valori simbolici chiude dunque questo mese di concerti che sfidando le condizioni avverse hanno riportato la musica dal vivo a Bolzano. Infine, alle ore 20.30, all’Auditorium di Bozano, c’è l’atteso concerto e l’atteso ritorno di c’è Grigory Sokolov, una leggenda vivente della musica classica, figura chiave, quasi mitica, del panorama internazionale fin dal 1966, anno della vittoria del Concorso Tchaikovsky di Mosca all'età di sedici anni. International piano l’ha definito il più grande pianista vivente, mentre Le Figaro l’ha battezzato extraterrestre, per il suo carattere schivo e l’idiosincrasia per lo star system. Rarissime le sue interviste, le apparizioni video, i dischi, la partecipazione alla vita mondana. Il grande pianista russo ha intrecciato con la città un rapporto di grande affetto: dal 2008, anno dopo anno, il suo pubblico è cresciuto a tal punto da contare oggi numerosi appassionati che accorrono da tutta Italia per assistere ai suoi recital. A Bolzano, il concerto che lo vedrà protagonista, sarà interamente dedicato ad un’altra stella del pianismo come Arturo Benedetti Michelangeli, cui cade nel 2020 il centenario della nascita. Ad unire questi due giganti è la ricerca della perfezione esecutiva e la fedeltà alla partitura. Il recital di Sokolov esplorerà il Preludio e Fuga K 394 per pianoforte, nato in un periodo di attento studio di Mozart sulle fughe di Bach, e la Sonata n.11 in la maggiore per pianoforte, destinata ad imporsi come la più celebre fra tutte le Sonate di Mozart per la peculiarità dell'ultimo tempo, il cosiddetto Rondò "Alla turca", ben noto anche al di fuori degli ambienti della musica colta. Seguirà il Rondò K. 511, terminato da Mozart l'11 marzo 1787: una pagina sorprendente, di dimensioni inconsuete e di contenuto quasi improprio rispetto alla giocosa forma del rondò; sobria nella scrittura, si apre con un tema dal sapore vagamente esotico e dal carattere malinconico che, puntualmente, si ripresenta nel corso del pezzo, alternandosi con delle sezioni di ambientazione analoga. Chiude questo percorso in memoria di Michelangeli una selezione di brani da Bunte Blätter op. 99, di Robert Schumann.

È la fine di un festival che segna anche un po’ il finire dell’estate, una stagione che è stata ricchissima di concerti, di giovani talenti, di musica open air e grandi artisti malgrado la situazione particolare dettata dall’emergenza covid. Il bilancio è rassicurante: la città ha ancora sete di musica dal vivo, di cultura e spettacoli e ha partecipato con grande entusiasmo alla rassegna segnando il tutto esaurito in buona parte degli eventi.













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