Il gotha della musica “gira intorno” a Fiorella Mannoia

ROMA. «C’è musica per la testa che fa pensare, c’è musica per il cuore che fa emozionare, c’è la musica per le gambe che trasmette allegria e fa ballare, ci sono parole per le canzoni e ci sono...


Emanuela Castellini


ROMA. «C’è musica per la testa che fa pensare, c’è musica per il cuore che fa emozionare, c’è la musica per le gambe che trasmette allegria e fa ballare, ci sono parole per le canzoni e ci sono parole che diventano storie da raccontare», dice Fiorella Mannoia del suo nuovo spettacolo “La musica che gira intorno”, al via questa sera su Raiuno alle 21.25. La raffinata interprete della canzone italiana ha radunato accanto a sé il gotha dei nostri talenti e, solo nella prima puntata si esibiranno tra i tanti Baglioni, De Gregori, Venditti, Ligabue, Zucchero, Giorgia, Panariello, Mengoni, Ambra Angiolini e Amadeus al quale Mannoia potrebbe ricambiare il piacere andando come ospite a Sanremo.

Nel condurre il suo show ha alcuni modelli televisivi di riferimento?

Quando per la prima volta la Rai mi ha affidato il sabato sera il mio pensiero è andato alla grande Mina, perché era la mattatrice di quei varietà con i quali sono cresciuta. Mi sento vicina a lei nel suo disincanto, nel suo modo di essere naturale anche se vocalmente sono distante da lei.

Nel programma ci saranno anche molti monologhi: lei ha vinto un Nastro d’Argento per “7 minuti” di Placido, ha in previsione di fare ancora cinema?

Mi piacerebbe molto continuare ma i registi non mi chiamano e lancio la richiesta dal vostro giornale.

Un commento sull’attuale situazione italiana partendo da come ha vissuto il primo lockdown e come vive questa seconda ondata pandemica?

Nella prima ondata eravamo tutti chiusi e avevamo un sentimento di popolo: solo le grandi disgrazie, i terremoti, le alluvioni ci danno il senso dell’appartenenza. Per noi tutti è stata una cosa straziante ma riflettevamo, pensavamo ad un nuovo umanesimo. Poi, quando siamo usciti ci siamo dati alla pazza gioia e ora che il virus è tornato ci ha devastati. Ha fatto emergere problemi pratici di persone che hanno perso la vita, il lavoro. Siamo tutti con i nervi tesi perché siamo fermi da troppo tempo. Il problema oggi è che lottiamo per la sopravvivenza. Per il resto sono in una tale confusione che sulla crisi di Governo resto in attesa di capire cosa succederà del nostro Paese.

Lei viene considerata come “una donna con le palle”, si percepisce così?

Capisco il senso e ringrazio. Ma le palle non c’entrano, e non posso neppure dire: “donna con le tette” perché le mie sono piccoline. Quindi, gli attributi li lasciamo lontani anche se conosco la stima nei miei confronti di chi mi appella in questo modo.

Com’ è stato lavorare senza il calore del pubblico?

Non è stato facile perché in studio avevamo davanti una platea vuota e per chi fa il nostro mestiere non è naturale. Sapere che di fronte hai delle persone che ridono alle tue battute o applaudono quando sentono di farlo per me è come entrare in un teatro e cantare davanti al nulla. Ma la sicurezza viene prima di tutto.













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