Il lupo in Alto Adige, oggi la conferenza al Museo

Bolzano. La presenza del lupo in Alto Adige e nei territori confinanti, la biologia di questa specie e le tecniche di monitoraggio sono al centro di una conferenza in programma questo pomeriggio 10...



Bolzano. La presenza del lupo in Alto Adige e nei territori confinanti, la biologia di questa specie e le tecniche di monitoraggio sono al centro di una conferenza in programma questo pomeriggio 10 dicembre alle ore 18 al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige a Bolzano, in collaborazione con l’Ufficio Caccia e pesca della Provincia autonoma di Bolzano. L’ingresso è libero e la conferenza si terrà in lingua italiana. Da alcuni anni i lupi sono tornati ad abitare le Alpi centro-orientali, e dal 2010 anche alcune zone tra il Trentino e l’Alto Adige. Fin ora si sono stabiliti due branchi, uno nell’Alta Val di Non al confine con l’Alto Adige e recentemente un altro in Val di Luson. La presenza di questi grandi predatori solleva questioni relative alla convivenza con l’uomo e le sue attività economiche. Ma cosa sappiamo sui lupi nell’area centro-alpina? Quali tecniche di monitoraggio ha messo in atto la Provincia autonoma di Bolzano? Cosa si sa oggi dell’uso del territorio dei lupi in Regione?

Ne parlerà Davide Righetti dell’Ufficio provinciale Caccia e pesca in una conferenza dal titolo “I lupi in Alto Adige e nei territori confinanti”, in programma, come detto, oggi pomeriggio alle ore 18, al Museo di Scienze Naturali. Righetti è un vero specialista e, in questo momento, è sicuramente il tecnico più competente e aggiornato ad operare sul difficile terreno - da tutti i punti di vista, compreso quello politico e culturale - della provincia di Bolzano. Tecnico di interventi faunistico-ambientali, specializzato in mammiferi selvatici, Davide Righetti collabora da 10 anni al monitoraggio di orsi e lupi per la Provincia di Bolzano e con altre amministrazioni nazionali. Toccherà a lui approfondire la biologia e l’ecologia dei lupi nelle Alpi centrali dove si incontrano più sottospecie di Canis lupus con particolare riferimento alla situazione altoatesina. Da una parte emergerà come l’arrivo del predatore in Alto Adige vada contestualizzato all’interno di una spinta espansiva della specie su tutto l’arco alpino e che quindi va molto oltre i confini della provincia. Se non si coniuga un punto di vista (inter) regionale con la capacità di uno sguardo allargato quanto meno a tutta la catena alpina, si rischia di capire davvero poco sul ritorno del lupo nei suoi territori storici e sulle prospettive e le strategie gestionali. La conferenza poi ha lo scopo di raccontare l’attività dell’Ufficio Caccia e Pesca nel campo del monitoraggio e di fare il punto sulla questione dei danni, per la verità assai contenuti, e della genetica, cercando di fare un po’ di chiarezza sulla questione ibridi, quasi sempre evocata a sproposito quando si parla di Alpi.













Altre notizie

Il servizio

Mense scolastiche: debutta il piatto unico

Addio al modello “primo- secondo- contorno- frutta”. I menù continueranno ad adeguarsi alle necessità legate a ragioni di salute e a motivi religiosi, etici e culturali 

Attualità