Il Museion tra movimento, limiti e confini

Bolzano. Nel corso dei secoli, gli artisti e le artiste ci hanno spesso ricordato quanto le linee rosse che tracciamo sulle nostre mappe geografiche, culturali e mentali non siano mai scolpite nella...



Bolzano. Nel corso dei secoli, gli artisti e le artiste ci hanno spesso ricordato quanto le linee rosse che tracciamo sulle nostre mappe geografiche, culturali e mentali non siano mai scolpite nella pietra, ma siano sempre aperte alla percezione di ognuno di noi. Purtroppo, il rischio mortale del Covid-19 ci ha ricordato quanto certi limiti e confini possano avere ancora conseguenze fatali. Come molte altre istituzioni culturali, anche se per il momento abbiamo dovuto chiudere fisicamente il museo, stiamo cercando di mantenere un legame profondo con i nostri colleghi e colleghe, e con il pubblico. Neconda edizione del Bulletin pubblicato dal Museion di Bolzano si è quindi quindi continuato a trattare il tema del movimento, ma focalizzando aspetti diversi. «Ci è sembrato infatti particolarmente stimolante, nella situazione attuale -. scrive il direttore Bart van der Heide - evidenziare i limiti del movimento, mettendo in luce il modo in cui gli artisti e le artiste hanno affrontato i confini come parte del dibattito pubblico sulla migrazione, sull’identità e sul paesaggio politico e sociale. Le linee rosse tracciate nel paesaggio naturale, disegnate da Gianni Pettena, evidenziano i confini come un intervento essenzialmente artificiale. Le fotografie di Karl Unterfrauner attirano la nostra attenzione sulle piante “ospiti e migranti” e su come queste prosperino in ambienti ostili. Il significato del viaggio è centrale nell’arte di Cristian Chironi, come sfida fisica. Per questo numero del Museion Bulletin, l’attore e scrittore Lucas Da Tos Villalba ha raccontato inoltre la sua esperienza come copilota insieme a Chironi in un viaggio urbano a bordo di una Fiat 127. Un’intervista con l’artista Sonia Leimer richiama poi la nostra attenzione sul lato oscuro della luna e sulla dimensione ecologica dei viaggi nello spazio. Infine, abbiamo incontrato il direttore del Museo di Scienze Naturali di Bolzano, David Gruber, chiedendogli che tipo di museo vorrebbe costruire sulla luna». Nel Manifesto del Terzo paesaggio, pubblicato in Italia nel 2005, l’agronomo francese Gilles Clément introduceva il concetto di “terzo paesaggio” indicando i luoghi abbandonati dall’essere umano e in cui questa assenza ha generato un rifugio per la conservazione della diversità biologica. Ed ecco che un fiume, un’autostrada, una natura rigogliosa possono diventare preziosi spunti di riflessione sul concetto di biodiversità, incuriosendo l’artista altoatesino Karl Unterfrauner (Merano 1965) e spingendolo a riflettere sul mondo che può trovarsi al di sotto dei viadotti autostradali. Il progetto “Neophyten” nasce nel 2008 quando l’artista, da sempre appassionato di natura e affascinato dalla complessità della stessa, incomincia a interessarsi agli aspetti legati alle piante che i botanici chiamano “neofite”. Si tratta di piante “ospiti e migranti” che originariamente non appartengono alla flora autoctona di un determinato territorio, ma che per molteplici ragioni riescono a diffondersi e ad adattarsi in un ambiente che non è il loro.













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