In fondo Sanremo è la nostra coperta di Linus

SANREMO. Che cos’è alla fine il festival di Sanremo? Una gara di canzoni? Uno spettacolo televisivo? Un caleidoscopio di mille colori? Sì, tutto questo senz’altro, ma per tanti di noi, anzi, milioni...


Gabriele Biancardi


SANREMO. Che cos’è alla fine il festival di Sanremo? Una gara di canzoni? Uno spettacolo televisivo? Un caleidoscopio di mille colori? Sì, tutto questo senz’altro, ma per tanti di noi, anzi, milioni di italiani, è la coperta di Linus, è una certezza inattaccabile, da seguire, amare e criticare certo, ma presente. Come in pandoro a dicembre o il ferragosto fuori porta. Ogni anno le provano tutte per disinnescare questo vetusto marchingegno, polemiche, scandali. Ma niente, il santo più canterino d’Italia non fa una piega. Sorride leggermente e lascia che tutto scorra. I dati premiano quest’anno come una delle edizioni più seguite degli ultimi decenni, alla faccia dell’#IoNonguardosanremo. L’hanno seguito eccome, rimarranno appese alle memoria, le immagini di Achille Lauro e la sua struggente vulnerabilità. Le voci di una Tosca ritrovata, l’energia di Rancore e Anastasio. Poi ognuno terrà per se’ quello che più aggrada. Finito il festival, potremo di nuovo tuffarci nella baraonda di fatti che per una settimana si sono quasi fermati per lasciare posto alla coperta di Linus, che onestamente può anche servire a fare una pausa.















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