L’arte è necessità, otto appuntamenti nel cuore di Merano 

Musica e teatro. Marcello Fera: «Andremo incontro alle persone» In arrivo Quartetto Bellanöva, Veronika Egger, Maria Craffonara e altri


Jimmy Milanese


Merano. L’arte come necessità ma anche come imprevisto. Questo il filo conduttore che sta alla base di otto appuntamenti di musica e teatro nel cuore del centro storico di Merano. Dal 24 luglio al 18 agosto a cura della Associazione Conductus e al Theather in der Altstadt, parte la risposta di un gruppo di artisti meranesi alle limitazioni imposte dalla normativa anti Covid che non permette ancora l'attività teatrale nel suo modo classico. Per questo motivo, spiega Marcello Fera, direttore artistico e musicale dell’Ensambe Conductus: «L’idea è quella di lasciare che il concerto o l’azione teatrale vadano incontro all'esperienza quotidiana delle persone, rendendola diversa, in altre parole arricchendola», racconta Fera. Per questo motivo, artisti del calibro del Quartetto Bellanöva, ma anche Veronika Egger, Maria Craffonara, Johanna Porcheddu, Sabine Ladurner, Benedetta Conte e lo stesso Fera si alterneranno in diversi luoghi sopraelevati della città con le loro performance improvvisate allo scopo di stupire il pubblico casuale che si presenterà di volta in volta. L’idea della azione nasce dalla consapevolezza che nell'arte risiedono una verità e una forza che precedono e sono indipendenti dai mezzi di comunicazione, come dire, con le parole di Fera: «Dell’arte non se ne può fare a meno». Quindi, anche in assenza di stagioni lanciate a mezzo stampa, prevendite e quant’altro, comunicare e assorbire arte è una delle esige primarie che accomuna l’essere umano a qualsiasi latitudine esso si trovi. Per questo motivo, nell’idea degli organizzatori c’è di fare ballare letteralmente la città, ossia utilizzare torri, balconi, piazze o muretti come palcoscenici naturali dai quali può sgorgare un momento artistico importante ma inconsueto. Otto appuntamenti, quindi, pensati nelle due lingue parlate in città, grazie a un lavoro di Fera e Porcheddu, ma senza troppo dare peso a quella fase preparatoria e di prove corali che caratterizza l’esperienza teatrale classica. Una improvvisata sia per il pubblico ma anche per gli stessi artisti, ben guidati da anni di lavoro ed intenso studio che il Covid non ha certo mandato in soffitta. Quindi, spazio alla fantasia del quartetto Bellanöva, formazione che ha il merito di essersi tuffata nella tradizione popolare dell'appennino oltre-padano, per questa occasione arrangiata dalla sensibilità del maestro Marcello Fera, poi a Veronika Egger e il suo amore per Bach, ma anche a Maria Craffonara col suo violino rock, particolarmente apprezzato in Austria e Germania. Quindi, una parte prettamente teatrale, dove Johanna Porcheddu curerà una serie di monologhi affidati anche alle attrici Sabine Ladurner e Benedetta Conte. In altre parole, una incursione dell'arte nella quotidianità della città, nelle insenature del suo scorrere lento e regolare, per mettere a diretto contatto due estremi che si sovrappongono volentieri: arte e vita.













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