L’arte regionale di oggi entra nelle sale antiche di Castel Belasi

Campodenno. L’arte contemporanea in un’architettura storica. Quella che pare una contraddizione in termini è invece la splendida realtà che ci concretuzza oggi, coinvolgendo una realtà tutta...



Campodenno. L’arte contemporanea in un’architettura storica. Quella che pare una contraddizione in termini è invece la splendida realtà che ci concretuzza oggi, coinvolgendo una realtà tutta regionale, che unisce le due province del Trentino Alto Adige sia come snodo territoriale - logistico, sia come presenza artistica. Infatti, con la mostra di arte contemporanea intitolata «Contemporaneamente a Castel Belasi», oggi alle ore 17.30 verrà inaugurato il restaurato Castel Belasi. Dunque il castello apre finalmente al pubblico, dopo quasi vent’anni di lavori di restauro voluti e sostenuti con forza dal Comune di Campodenno, di concerto con la Provincia di Trento e con il Consorzio Bim dell’Adige.

Come scrive nel corposo catalogo della mostra il vicesindaco Oscar Pedò, «passato, presente e futuro si intrecciano in Castel Belasi: una struttura simbolo dei secoli che furono, rivive oggi nella contemporaneità del proprio ritrovato splendore e dialoga, grazie agli ampi spazi privi di arredo, con i molteplici contenuti che può ospitare, divenendo un potenziale volano per il futuro e lo sviluppo della comunità che lo circonda, la quale dovrà essere protagonista, non solo spettatrice».

La mostra d’arte “Contemporaneamente a Castel Belasi”, curata dallo storico dell’arte Marcello Nebl, è il primo dei contenuti che si interfaccia con gli ampi vani restaurati, dove il castello ospita l’arte contemporanea grazie all’espressione di importanti artisti nazionali, internazionali e locali. Nelle sale del primo e secondo piano e nell’avvolto del piano terra, il castello si apre dunque alle opere di dieci artisti: i trentini Federico Lanaro, Bruno Fantelli, David Aaron Angeli, Aldo Valentinelli e Pietro Weber, l’altoatesino Willy Verginer, il marchigiano Simone Pellegrini, i piemontesi Luigi Stoisa e Marcovinicio, lo scozzese Andrew Gilbert.

Analizzando nel dettaglio la produzione degli artisti, da parte sua l’altoatesino Willy Verginer, grazie al legno scolpito entra nel delicato rapporto tra uomo e ambiente sottolineando la necessità di maggior rispetto ed impegno per la sua conservazione. La mostra rimarrà poi aperta da domani a domenica 27 ottobre. K.C.

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