La geografa altoatesina che pensa ai bambini 

Freschi di stampa. Giada Peterle, bolzanina, è docente all’Università di Padova Ha scritto per l’editore BeccoGiallo un libro illustrato con protagonista una bimba di nome Alex «Ho cercato anche un modo per parlare ai più piccoli del cambiamento climatico»


Daniela Mimmi


Bolzano. Alex è una bambina curiosa, che ama le avventure e un po’ meno i compiti a casa, “turbolenta e ribelle”, avrebbero detto i suoi insegnanti. Giovane esploratrice contemporanea, volerà sopra i tetti della città, attraverserà la giungla, raggiungerà la cima di un ghiacciaio, scoprendo che la geografia è una materia utile e viva, nascosta in ogni angolo della vita di tutti i giorni. È lei la viaggiatrice di “La geografia spiegata ai bambini. Le avventure di Alex e il Signor Globo”, scritto per la casa editrice BeccoGiallo, da Giada Peterle, un libro a disegni che insegna la geografia ai bambini dai 7 anni in su, ma che insegna anche che se la storia della geografia è fatta di grandi esploratori, il suo futuro, invece, è nelle mani di una bambina. La quale bambina, già nella copertina, ha due ali svolazzanti dietro la schiena e il mappamondo ai suoi piedi. Giada Peterle è nata a Bolzano e abita e lavora a Padova come geografa culturale ormai da più di dieci anni. Dopo la laurea in Lettere ha infatti conseguito un dottorato in Geografia Umana presso l’Università di Padova, dove ora insegna Geografia Letteraria e Comunicazione Creativa e Landscape Storytelling. Le chiediamo come e perché è nato questo libro. «Questo libro a disegni è uno strumento per raccontare la geografia in modo creativo e accessibile. Nelle mie ricerche mi occupo di rappresentazioni narrative dello spazio e da qualche anno collabora come autrice e fumettista con la casa editrice BeccoGiallo, per promuovere la conoscenza del sapere geografico al di fuori dei confini accademici attraverso il linguaggio del fumetto. Nel 2019 ho curato insieme ad Adriano Cancellieri l’antologia a fumetti Quartieri. Viaggio al centro delle periferie italiane, all’interno della quale ho illustrato il capitolo dedicato al quartiere Arcella a Padova. Questo libro è un po’ il seguito ideale e l’ho realizzato con la collaborazione del Museo di Geografia dell’Università di Padova e l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia. È dedicato a tutti i bambini che non amano studiare la geografia classica scolastica, quella di nomi di fiumi imparati a memoria, e anche agli insegnanti di geografia perché è anche uno strumento didattico e un prodotto della ricerca: negli anni, infatti, ho lavorato sull’uso del fumetto e dei linguaggi artistici per la disseminazione del sapere geografico al di là dei confini accademici».

Nel suo libro lei tocca temi geografici di grande attualità come le mappe, i confini, il luogo, il paesaggio, e anche e soprattutto il cambiamento climatico. Come ha scelto gli argomenti? Forse il cambiamento climatico è il più importante perché dovranno essere i giovani a cambiare le cose e in parte lo stanno già facendo con il Friday for Future. Nel mio libro, Alex va sulla Marmolada, che è qui vicino a noi. Il ghiacciaio si lamenta perché si sta sciogliendo. Ho cercato un modo per ripensare al futuro della terra con i piccoli. Poi ci sono i confini, quelli tracciati con una matita su una carta, confini che cambiano in continuazione. Alex vorrebbe colorare di verde tutta l’Europa, perché è il suo colore preferito, per poterla girare tutta liberamente senza confini. Poi c’è il luogo, che è la casa della nonna. Ho mescolato elementi reali con altri elementi di fantasia, in una sorta di caccia al tesoro alla quale si partecipa con zaino in spalla, bussola, carta e globo. La bussola è una di quelle cose che nessuno pensa di portarsi dietro e che adesso abbiamo nei telefoni, ma è quella che ci dice dove siamo e quindi anche chi siamo.

Alex le assomiglia?

Innanzitutto volevo che la protagonista forse una bambina perché, anche se ci sono state anche in passato tante esploratrici e cartografe e alpiniste, il presente e il futuro sono nelle loro mani. Mi riconosco in Alex per la sua curiosità, la voglia di esplorare il mondo. Infatti nella foto di copertina si vede Alex inchiodata nel salotto di casa, ma con le ali attaccate alla schiena, e gli occhiali da aviatrice, pronta a spiccare il volo. L’ho chiamata Alex per una ragione ben precisa: è il nome di Alexander von Humboldt, il padre della geografia moderna. Forse Alex diventa la mamma della geografia moderna…













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