La “Medea” con Simoni e Milani approda oggi in tivù
Bolzano. Prosegue la rassegna VideoTeatro33, la rassegna nata dalla collaborazione tra Teatro Stabile di Bolzano e VB33 con altri appuntamenti all’insegna del grande teatro prodotto a Bolzano e...
Bolzano. Prosegue la rassegna VideoTeatro33, la rassegna nata dalla collaborazione tra Teatro Stabile di Bolzano e VB33 con altri appuntamenti all’insegna del grande teatro prodotto a Bolzano e conosciuto in tutta Italia. Oggi mercoledì 6 gennaio alle 20.30 (in replica domenica 10 alle 14) verrà trasmessa “Medea” di Euripide nella versione diretta da Marco Bernardi e interpretata da Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Chiara Muti, Mario Pachi, Libero Sansavini e Leda Celani che inaugurò la stagione 1996/1997.
“Medea” contiene in sé i requisiti per trasformare un fatto di cronaca nera in una metafora storica universale. Una donna (Medea), per favorire le ambizioni del marito (Giasone), imbroglia il padre e uccide il fratellastro. Assieme abbandonano le rispettive terre d’origine, diverse per cultura e mentalità, - l’una selvaggia e arcaica, l’altra fondata sul dominio della ragione e la logica del progresso - e si trasferiscono in una città ricca ed evoluta (Corinto). Qui l’uomo abbandona la compagna per sposare la figlia di un personaggio influente (Creusa, figlia del re Creonte); Medea tradita e bandita dalla città, uccide prima la rivale e il padre e poi i suoi due figli. Lecita la domanda: perché l’ha fatto? Per follia? Odio? Vendetta? Per altro, ancora?
La “Medea” diretta da Bernardi che debuttò al Teatro di Gries il 22 ottobre 1996, è una messinscena fortemente innovativa: gli attori della compagnia bolzanina interpretano una storia adattabile ai fenomeni migratori contemporanei. Patrizia Milani (Medea) racconta lo strazio esistenziale dell’extracomunitaria tradita da Carlo Simoni (Giasone), uomo d’affari della City, Chiara Muti (figlia del celebre direttore d’orchestra) è l’archeologa al posto del coro e custode degli orrori rivelati con strazianti litanie, che coinvolgono Mario Pachi (re Creonte), Libero Sansavini (Il pedagogo), Leda Celani (La nutrice), Alvise Battain (Il nunzio). Le musiche sono di Dante Borsetto, le scene di Gisbert Jäkel e i costumi di Roberto Banci.
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