La musica pensa al drive-in 

La ripartenza. Gli organizzatori di eventi live sono divisi sull’ipotesi di adottare la “formula cinema” anche per la lunga estate dei concerti Barbacovi e Fiabane: «Un formula del genere non è adatta, meglio battere altre strade». Zelger possibilista, Eschgfäller boccia i costi


Daniela Mimmi


Bolzano. Il 2021 sarà in anno fantastico per la musica dal vivo. Ai concerti rinviati da questa estate impraticabile, se ne aggiungeranno tanti altri. «Ci saranno mille concerti, uno dopo l’altro. Basta pensare a tutti i tour rinviati, da Paul McCartney a Lenny Kravitz, Rammstein, LP, Cesare Cremonini che sarebbe dovuto culminare all’autodromo di Imola, Tiziano Ferro e decine di altri», assicura Roland Barbacovi, titolare dell’agenzia Showtime di Merano che organizza festival e concerti sia in Alto Adige che nel Trentino. E nel frattempo? Ci sarà musica dal vivo questa estate? Come, dove sarà? Quest’anno sono stati cancellati con un colpo di spugna, praticamente da un giorno all’altro, 102 tour e 16 festival , tra cui l’intera stagione all’Arena di Verona, solo in Italia. Trecento mila lavoratori dello spettacolo sono senza lavoro e le perdite sono di decine di milioni di euro ogni settimana. Una ventina di città italiane, tra cui Milano, Roma, Torino, Bologna, Napoli, e tante in tutta Europa, hanno già aderito al progetto dei “Live drive-in”, un modo per garantire la salute di tutti, ma anche lo svolgimento di spettacoli e concerti rispettando le norme anti-contagio da Coronavirus, che hanno costretto alla chiusura di cinema e teatri e anche all’annullamento della stagione estiva di concerti. Solo che non si risolve il problema del lavoro: con i drive-in solo una piccola percentuale di questi addetti ai lavori potrebbe tornare a svolgere la propria professione. Che ne sarà di fonici, light-designer, backliner e tutte quelle figure professionali che rendono possibile uno show dal vivo? I grossi nomi potrebbero anche attirare pubblico, ma tutti gli altri musicisti meno noti? Sia in Alto Adige che in Trentino, gli spazi ci sarebbero. Ma come gestire una cosa così nuova? E potrebbe funzionare? «Il drive-in potrebbe funzionare per il cinema, anche perchè conserva un po’ l’allure dell’America anni Cinquanta. Ma non lo trovo adatto alla musica – continua Barbacovi. È inimmaginabile ascoltare un concerto dalla radio, non vedere il palco perchè davanti ci sono altre macchina, vedere solo il grande schermo e magari avere 30 gradi in macchina. Ma la musica dal vivo non si fermerà. Con Assomusica, l’associazione che riunisce tutti gli impresari musicali, stiamo studiando delle soluzioni. Maia Festival e il World Music Festival a Castel Trauttmansdorff sono stati rinviati al prossimo anno. Stiamo pensando però a concerti dal vivo con piccoli ensemble di 2-3 elementi e gruppi familiari seduti al tavoli. Potremmo riuscire a far suonare gente come Ron, Gino Paoli, Tosca. Speriamo così di riuscire a aiutare musicisti e agenzie. Si parla della chiusura del 30-40% delle agenzie musicali in Italia». È d’accordo con Barbacovi anche Piero Fiabane, organizzatore di concerti sia in Alto Adige che in Trentino. «La musica dal vivo ci sarà questa estate e molti festival, ad esempio nel Triveneto, si svolgeranno. Alcuni artisti sono già stati annunciati. Ad esempio ci saranno Max Gazè, Diodato, Daniele Silvesti e molti altri sono stati confermati. Non credo nei drive-in ai concerti. Stiamo piuttosto pensando a una formula più ecosostenibile. Ad esempio arrivare in bici, sedersi distanziati e ascoltare un bel concerto rispettando tutte le regole». Anche Walter Eschgfäller, che nel passato ha organizzato tanti festival a Bolzano come School’s Out, ha dei dubbi sui drive-in live. «Secondo me non funziona. Hanno cercato di coinvolgermi, ma è una spesa eccessiva rispetto all’incasso. Gli spazi ci sarebbero. Basta pensare al piazzale davanti ai Magazzini Generali o allo spazio usato dai Luna Park a Bolzano Sud, al piazzale vicino alla stazione a Merano, a quello a Brunico. Ma i costi sono enormi rispetto alle entrare. Mettiamo 100 macchine, 200 persone e 10 euro il biglietto. Non è pensabile, a meno che non ci sia un grosso aiuto da Provincia e Comune. Senza contare tutte le difficoltà a gestire le entrare le uscite. E poi viene a mancare completamente una delle cose più importanti dei concerti live: l’atmosfera. Che atmosfera si crea stando chiusi in macchina, magari a fare casino e con 35 gradi? La prima volta, per provare, magari qualcuno ci va. Ma dopo finiranno miseramente». Non è della idea Alexander Zelger, forse perchè è giovane e ha voglia di musica live. Zelger ha suonato in una band molto attiva in regione, Star Seven, e vissuto dal vivo, lavorando nei back stage, i più grossi festival e concerti europei, come l’austriaco Electronic Love che si svolge davanti a 200 mila persone. «Piuttosto che stare senza musica dal vivo, io ci andrei. Almeno per provare. Comunque è un’esperienza nuova. Bisogna essere aperti a nuove forme di spettacolo e concerti, soprattutto in questo momento. Non sarà il concerto perfetto, magari non si sente e non si vede perfettamente, ma la magia della musica live, quella resta. Potrebbe servire per sboccare la situazione, dare una boccata d’ossigeno a musicisti, tecnici, manager. L’unico problema è che potrebbe funzionare solo per i grossi nomi. E tutti gli altri? Qualcuno va a sentirli, chiusi in macchina?».

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