Libri a km zero, oggi suggeriamo autori e/o editori di casa nostra 

I nostri consigli. Adesso che finalmente stiamo per poter tornare a scegliere i titoli allineati sugli scaffali dell’amata libreria sotto casa, per coerenza con i nostri ripetuti inviti elenchiamo suggerimenti “vicini”


carlo martinelli


IL ritorno nelle librerie è dietro l’angolo. E oggi, per coerenza con i ripetuti inviti a non dimenticare le librerie sotto casa che ora più che mai avranno bisogno di amicizia, clientela e incassi, sforniamo una pagina di libri a km zero. Autori e/o editori di casa nostra. Novità, (ri)scoperte, (ri)letture.

L’UNICA NOTTE CHE ABBIAMO di Paolo Miorandi (Exorma edizioni, 250 pagine, 16 €)

Una casa editrice che ha sposato la qualità della scrittura, la stessa che ha pubblicato il lodatissimo “Baco” di Giacomo Sartori, propone un altro scrittore trentino (di Rovereto, psicoterapeuta) che si colloca senza tentennamenti tra le voci migliori della scena nazionale. Un romanzo dove “la luminosa povertà delle parole” cattura e seduce chi abbia voglia di un viaggio non banale, financo doloroso. In compagnia del lascito di storie che una anziana signora affida alla voce narrante di un uomo che l’ha incontrata. Vicende di una famiglia che nessuno aveva mai voluto né raccontare né ascoltare. Il dolore e il riscatto. Perché dopo ogni notte ritorna il giorno. Potente.

LE VITE LONTANE di Anna Rottensteiner (Alphabeta edizioni, 145 pagine, 12 €)

Di Anna Rottensteiner, nata a Bolzano, dal 2003 direttrice della Casa della Letteratura di Innsbruck, traduttrice e curatrice di progetti editoriali, era disponibile finora in edizione italiana il suo romanzo d’esordio, “Sassi vivi” (Keller). Ora, nella traduzione di Carla Festi, ecco - con una lingua ricca di immagini, paziente ed amorevole - un nuovo romanzo che conferma il suo talento. Le storie di due donne chiamate alla fuga, alla migrazione, al distacco. La voce narrante parla di luoghi abbandonati e vicende di guerra. Lo stesso destino di Meta, profuga etiope rapita e sfruttata. Si incontreranno, perché “cerchiamo nello sguardo e nelle parole altrui il lago in cui poterci riconoscere”.

LE DUE MADRI di Gianfranco Mattera (San Paolo, 110 pagine, 12,50 €)

Nato a Ischia, trentino di adozione, una ventennale esperienza come educatore ed assistente sociale, Gianfranco Mattera - premio Frontiere Grenzen 2013, autore di “Anna e i burattini”, “I fiori di Parigi” e di “Brutte storie bella gente” (premio Cibotto della critica), continua il suo percorso letterario attraverso temi laceranti. Sempre affidandosi ad una scrittura essenziale, delicata, rispettosa, mai banale. Qui la storia è quella di una bambina in affido. E l’affidamento familiare è visto da dentro, nella sua complessità, talvolta dirompente, come la cronaca insegna. Non lascia indifferenti la storia della piccola Marika, di mamma Giulia, di Roberta e Mauro cui è stata affidata. Libro vero.

LA SCUOLA E LA SVASTICA di Andrea Vitali (Curcu Genovese, 243 pagine, 18 €)

Romano di nascita, brissinense di adozione, appassionato di storia, docente in un istituto superiore, Andrea Vitali ricostruisce - in un saggio documentato - le vicende della scuola minoritaria di lingua italiana in Alto Adige, durante l’occupazione nazista. Elenca accadimenti, strutture istituzionali, figure e narrazioni riguardanti l’istruzione degli altoatesini di lingua italiana nel periodo che va dal settembre 1943 all’aprile 1945, quando l’occupazione militare tedesca portò alla creazione dell’Alpenvorland che comprendeva le province di Bolzano, Trento e Belluno. Un clima di “dismissione” ben restituito dalla vastità dei documenti e delle testimonianze.

IL MIO SESSANTOTTO a cura di Marta Villa (Carocci, 174 pagine, 18 €)

Si può scrivere qualcosa di nuovo sul Sessantotto? Una sua rilettura può permetterci di comprendere ciò che sta accadendo? Sì, se il metodo è quello di Marta Villa, docente all’Università di Trento. Città simbolo di quel movimento, sul quale il prezioso volume getta uno sguardo antropologico fatto di memorie (nuove, rievocate, vive), immagini, narrazioni con voci fino ad oggi mai ascoltate. Firmano i saggi Luigi Schiavo, Adriano Motta, Vincenzo Calì, Giuliano Di Bernardo, Giorgio Galli, Renzo Gubert. Interviste a Tarcisio Andreolli, Mino B.C. Garzia, Enzo Rutigliano. Testimonianze di Leonardo Angelini sull’amico Mauro Rostagno e di Maria Nicolodi: il ’68 vissuto dietro il bancone di un bar.

STORIELLE EBRAICHE MA ANCHE NON di Diana Sinigaglia (Aras edizioni, 114 pagine, 11 €)

Insegnante di educazione motoria per bambini e anziani, dopo aver trascorso 30 anni nella “sua” Bologna, Diana Sinigaglia si è trasferita in Trentino, dove ha vissuto 20 anni. Da qualche anno si è dedicata al racconto, un genere che in Italia è spesso guardato con diffidenza. Dopo essere comparsa su diverse antologie, eccola all’esordio, felice, con un libro tutto suo. Sedici racconti sapientemente tessuti con una scrittura minimale, in bilico tra ironia, fragilità e sorprendenti colpi di scena. Storie di tutti i giorni, tra il condominio e la scuola, i giardini sotto casa e incontri imprevisti. Dove la cultura ebraica - quella di Singer ma anche dei fratelli Coen - si impasta con il nostro incerto quotidiano.

VINILI (DOLO)MITICI di Paolo Crazy Carnevale (Riff edizioni, 176 pagine, 15 €)

Titolo completo: “Enrico Micheletti, il disco perduto dell’Hard Time Blues band e altri vinili (dolo)mitici”. Da uno dei più vivaci protagonisti della scena (contro)culturale dolomitica, tra rock e gialli (ricordate le indagini di Manni Franzenfeste?), un appassionato e documentato viaggio a ritroso nella scena musicale altoatesina. A partire da un mitico disco, inciso e mai stampato. Oltre al grande e compianto Micheletti, scorrono Mike Fajria, Emilio Insolvibile, Ricky Gobbo, Stary Most, Klaus Tengler, Mad Puppet, Funkwagen, Andrea Maffei Spritzband, Skanners, Georg Clementi, i fratelli Giovanett, the Chain. A tutto vinile. Ben suonato.

LA MIA CUCINA ALTOATESINA di Stefano Cavada (Athesia, 144 pagine, 19,90 €)

Queste lunghe settimane di forzata clausura domestica hanno segnato anche il ritorno a cucine e fornelli, giocoforza. Magari in compagnia di uno dei bestseller della cucina dolomitica. Sfornato dal giovane altoatesino food blogger, youtuber e cuoco degli show televisivi "SelfieFood" e "Food (r)evolution”. Stefano Cavada usa ingredienti tipici regionali per ricette tradizionali e moderne e per le loro combinazioni. Qui propone una golosa serie di piatti alla portata di tutti, insieme ad una preziosa guida all'acquisto di prodotti di qualità per la dispensa e a validi consigli e trucchi per eseguire al meglio le ricette e l'indicazione degli utensili necessari per realizzarle.

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