Marion Moroder: «Adoro i Beatles e detesto l’hip hop» 

L’intervista. Alla scoperta della cantautrice gardenese che ha vinto UploadSounds 2020 «Quandola giuria nella serata finale ha fatto il mio nome, non ci potevo credere!»  La musicista: «Ho cominciato a 6 anni suonando la batteria, poi sono arrivati piano e chitarra»


Daniela Mimmi


Bolzano. Diciannove anni, una cascata di riccioli biondi, due occhi verdi da gatta e un amore smisurato per la musica e per l’arte in generale. È lei, Marion Moroder, la vincitrice della tredicesima edizione del contest Uploadsound, una manifestazione euroregionale che ormai si è ritagliata una propria dimensione e che negli anni è cresciuta non poco fino a diventare un volano importante per la scena artistica locale. Tra le più giovani partecipanti al concorso, ha sbaragliato con le sue canzoni e la sua voce fresca, concorrenti ben più grandi e titolati, trentenni e altre, provenienti da tutto l’Euregio, ovvero Trentino, Alto Adige e Tirolo. «Quando hanno detto i vincitori degli under 21 e io non c’ero, volevo andarmene. Anche perché a 16 anni avevo vinto Unploadsound Under 21. Sono rimasta solo per sentire se si era classificato qualcuno dei miei amici. Quando alla fine hanno fatto il mio nome, io non ci potevo credere. Ho fatto fatica a realizzare che quella che chiavano sul palco ero veramente io!», ci dice.

L’abbiamo intervistata per conoscere un po’ meglio questa giovane cantautrice gardenese. «Sono nata a Ortisei in una famiglia dove la musica e l’arte hanno sempre avuto una parte importante: mio padre è artista e anche mio fratello suona e canta. Ho anche due sorelle più grandi di me. Io ho cominciato a suonare la batteria a 6 anni, poi ci ho aggiunto anche la chitarra e il pianoforte. Fin da giovanissima ho cominciato a scrivermi le mie canzoni, sia con la chitarra che con il piano, e ho cominciato a tenere concerti sia da sola, come One-Woman-Band con basso, hi-hat nei piedi, chitarra e piano, sia con altri musicisti. Attualmente canto e suono in duo con Andreas Mayr Kondrak, ex frontman dei Noluntas, in un progetto che si chiama Nothing about Trains. Non chiedetemi il senso del nome! Abbiamo deciso di non dirlo a nessuno».

Che cosa vi lega e cosa state facendo insieme?

Abbiamo lo stesso modo di sentire la musica, e tutti e due vogliamo trasmettere sensazioni e emozioni. Inoltre entrambi amiamo molto la musica folk. Stiamo lavorando già da un anno al nostro album “still life”. Purtroppo anche noi siamo stati bloccati dal lockdown dell’epidemia e abbiamo dovuto interrompere le registrazioni. Adesso torniamo allo Studio Hundert in Austria, per finire il lavoro. In primavera siamo riusciti comunque a terminare il singolo “Black Boots“ e il relativo video che è già su tutte le piattaforme.

Saprebbe definire la sua musica?

Per me è molto difficile, perché è mia e basta. Ma amando molto la musica folk ci sono ovviamente delle influenze. Potrei definirla indie-folk.

Le sue band preferite?

I Beatles. Li seguo da sempre. Mi piacciono anche altre band come i Pink Floyd, ma i Beatles sono da sempre i miei preferiti. Qualche anno fa, per il mio compleanno, mia madre mi ha regalato un biglietto per il concerto di Paul McCartney a Monaco: ho pianto per tutto il concerto. Non mi piacciono né il rap né l’hip hop, che a scuola tutti amavano e nessuno capiva il mio amore per i Beatles. Mi piacciono anche Norah Jones, National, Bon Iver.

Come utilizzerà gli 8.000 euro che ha vinto nel Contest Uploadsound?

Riuscirò finalmente a realizzare il mio primo album da solista, sempre nello Studio Hindert. Con me suoneranno anche mio fratello gemello Damian, due musicisti di Bressanone e alle voci ci sarà ovviamente Andreas Kondrak. Senza questo premio per me sarebbe stato molto difficile realizzare da sola questo sogno!

Ha già pronte tutte le canzoni?

Praticamente sì. Sono una decina di canzoni tutte cantate in inglese e di cui ho scritto anche le musiche. Attraverso le canzoni io cerco di trasmettere il mio pensiero, le mie emozioni, i miei sentimenti. In fondo c’è sempre un lato nostalgico. L’inglese l’ho studiato a scuola e poi sempre ascoltato attraverso la musica e le canzoni. Comunque i testi li faccio sempre leggere a mia sorella Tamara che abita in Australia. Quando ero piccola scrivevo canzoni d’amore, adesso la mia ispirazione viene da tutto ciò che mi circonda, ma soprattutto da dentro me stessa.

E oltre a scrivere, suonare e cantare cosa fa?

Dipingo. Arte e musica hanno molto in comune, sono creativi e sono l’espressione dei nostri sentimenti. Amo molto la mia valle, questo è ovvio, anche se penso che sia diventata troppo turistica. In questi giorni mi piace molto di più rispetto a quando è piena di gente. Amo la natura e gli animali. A casa abbiamo lama, scoiattoli, cani, gatti. Da piccola giocavo a calcio e facevo gare di sci, ma sono stata costretta a lasciarli entrambi perché con la scuola e la musica non ce la facevo a fare tutto.

Qual è il suo sogno nel cassetto?

Poter vivere di musica, potermi mantenere cantando, suonando e scrivendo canzoni. La musica è la mia più grande passione da sempre e penso che lo sarà per sempre. Adesso questo premio mi dà la possibilità di fare un piccolo passo avanti verso la realizzazione del mio sogno…

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