Montesi presenta il suo libro che va «Alla ricerca dell’Uno»
Dobbiaco. È anche un viaggio all’interno del proprio spirito, quello che si potrà fare giovedì 22 agosto a Dobbiaco: nella Biblioteca Glauber del centro dell’Alta Pusteria, infatti, verrà a...
Dobbiaco. È anche un viaggio all’interno del proprio spirito, quello che si potrà fare giovedì 22 agosto a Dobbiaco: nella Biblioteca Glauber del centro dell’Alta Pusteria, infatti, verrà a presentare il suo libro «Alla ricerca dell’Uno - Dallo sciamanesimo alle religioni e oltre», lo studioso Ilario Montesi. La presentazione inizierà alle ore 18.
Oltre 35 anni di esperienze sciamaniche vissute “sul campo” e di approfondimenti in luoghi particolari hanno portato l’autore del libro «Alla ricerca dell’Uno» da una posizione di gran scetticismo a una opposta, quasi di granitica fede in una realtà superiore, al di sopra delle singole religioni. Tale evoluzione, dopo anni vissuti da imprenditore ma poi bruscamente interrotti, è avvenuta in seguito all’impatto con sempre più ravvicinate esperienze “strane” che, seppur di rado, Montesi aveva iniziato a percepire già fin dalla prima infanzia; ma il loro infittirsi nel tempo lo ha gradualmente portato a cercare di approfondire la loro origine.
Le prime risposte le ha trovate, dopo un iniziale forte scetticismo, solo quando si è avvicinato al mondo dello sciamanesimo e, suo tramite, ha potuto affacciarsi alle diverse manifestazioni della “realtà non ordinaria”. Così è stato felice di accettare l’invito di alcuni amici, di salire a visitare la cappella di San Pietro, costruita secoli fa su uno sperone di roccia sopra il paese di Santa Maria, a nord ovest di Dobbiaco. È stata una visita vissuta con particolare intensità, anche in quanto lo ha reso ancor più convinto, nonostante molti pensino il contrario, che a tutti gli effetti lo sciamanesimo sia la madre di tutte le religioni; lo ha reso ancor più convinto della comune radice e di quanto la nostra civiltà le tenga separate o le ponga in contrapposizione.
Secondo Montesi, a chi abbia “le orecchie per intendere” quella cappella offre un eccellente spunto per aiutare a comprendere che, indipendentemente dalle proprie convinzioni, per raggiungere l’obiettivo di avvicinarci all’Essere Supremo - che per tutti dovrebbe essere l’unico scopo dei nostri passaggi terreni - occorra percorrere un sentiero che ci porti al distacco dal materiale, dalle grettezze umane. Eremiti tibetani o cristiani o di altri culti e grandi sciamani nordamericani o sudamericani, piuttosto che siberiani o australiani, solo per citarne alcune origini, hanno in comune il raggiungimento di uno stretto rapporto con la “realtà non ordinaria”, alla quale sanno attingere. Nella propria interiorità e senza alcun tramite, nell’isolamento e nel silenzio rispettoso verso Madre natura riescono così a elevarsi ai livelli superiori fondendosi nell’Uno, indipendentemente dal loro “credo”. Al pari dei Santi cristiani - secondo Montesi - nella maggior parte posseggono uguali capacità taumaturgiche. K.C.