Quando i centri di accoglienza sono «testimoni» in fotografia
Bolzano. Su iniziativa del Centro per la Pace del Comune di Bolzano, sotto la gestione della Caritas di Bolzano-Bressanone, viene inaugurata oggi la mostra “Immigrant Sisterhood”, con inizio alle ore...
Bolzano. Su iniziativa del Centro per la Pace del Comune di Bolzano, sotto la gestione della Caritas di Bolzano-Bressanone, viene inaugurata oggi la mostra “Immigrant Sisterhood”, con inizio alle ore 18 negli spazi della Biblioteca Culture del Mondo, in via Macello 50 a Bolzano. La mostra sarà poi visitabile fino a sabato 30 novembre negli orari di apertura della Biblioteca. Intervengono all’inaugurazione Sabine Tiefenthaler, curatrice della mostra, e Gemma Lynch, fotografa.
“Immigrant Sisterhood” fa parte di un progetto di ricerca etnografico - partecipativa in cui giovani donne richiedenti asilo vogliono mostrare diversi aspetti della loro vita nei centri di accoglienza. Le opinioni e le voci delle donne con un background migratorio sono raramente incluse nel discorso pubblico. Nelle rappresentazioni visive dominanti, le donne rifugiate sono spesso ridotte a vittime indifese e vulnerabili. Queste immagini contribuiscono a mantenere stereotipi di genere dannosi che spesso banalizzano la violenza contro le donne. Il progetto PhotoVoice, alla base dell’esposizione, mira a focalizzarsi sulle prospettive delle donne rifugiate e sulla complessità delle loro esperienze e dei loro bisogni. Il metodo utilizzato, chiamato PhotoVoice, combina fotografia, focus group e azione sociale e mira a evidenziare i punti di forza e le sfide di una comunità emarginata attraverso la discussione e le riflessioni proprio a partire dalle immagini scattate dalle protagoniste. Le giovani donne sono state coinvolte nell'intero processo: hanno sviluppato le loro domande di ricerca, hanno imparato le tecniche fotografiche, hanno scattato foto del loro mondo con macchine fotografiche in bianco e nero, le hanno sviluppate in camera oscura e hanno creato narrazioni attraverso le loro foto.
Il team del progetto è composto da Sabine Tiefenthaler, dalla fotografa e produttrice Gemma Lynch e da giovani donne nigeriane provenienti da un centro di accoglienza nel sud Italia.