Scricchiola ma resiste, è l’Europa che va in scena 

Teatro. Grande successo per lo spettacolo coprodotto da Tsb, Vbb e Teatro Saragozza  “Europa Cabaret” non delude le attese. Fino al 10 di novembre gratuitamente al Centro Trevi


Massimo Bertoldi


Bolzano. “Europa Cabaret”, spettacolo inaugurale della stagione del Teatro Stabile presenta novità di non poco conto: è in visione fino al 10 novembre (con esclusione dei giorni 14,21, 28 ottobre e 4 novembre), con la formula dell’ingresso a costo zero e dei posti limitati, al Centro Culturale Trevi di Bolzano al posto del vicino Teatro Comunale. Inoltre prevede la rappresentazione di due testi inediti di autori contemporanei diversi e affidati alle competenze di due distinti registi che dispongono di una compagnia formata da attori appartenenti agli enti promotori che sono, oltre allo Stabile, Vereinigte Bühnen Bozen e Patronato Municipal Artes Escénicas y de la Imagen e Teatro del Temple di Saragozza. In comune ci sono le visioni dell’Europa declinate nel linguaggio graffiante e ironico del cabaret associato a una serie di personaggi scelti dal calderone della Storia. Questo a partire dal primo copione in scena, “Europa su Marte” di Roberto Cavosi affidato alla regia di Serena Sinigaglia che impagina le tante e forse troppe scene animate da uomini con le loro sfumature grottesche e anche demenziali, con le loro manie e i loro disturbi mentali e fisici che interferiscono non poco con le corrispettive idee o concezioni di Europa. Così si presentano il vecchio Kant malato di Alzheimer, oppure Luigi XIV alle prese con le fistole o il capriccioso e infantile Eichmann, nonché il ridicolo Voltaire e il febbricitante papa Pio II. Questi e gli altri personaggi animano singole scene, alle quali la regia geometrica e costruttiva della Sinigaglia conferisce una sorta di vetrina di movimentate caricature in azione su un piccolo palcoscenico che perciò richiede una gestione oculata dello spazio tra l’altro occupato anche dagli elementi scenografici. Alla stessa situazione si rapporta la pregevole e incisiva regia dello spagnolo Carlos Martin per “La Diva Europa” di Michele de Vita Conti, un testo di cui è protagonista un Cristo molto particolare a colloquio con gli dei capeggiati da Zeus. Si parla in modo tragicomico e surreale di tematiche legate ai fenomeni migratori per affrontare i quali si inventa un percorso alternativo a quelli noti e si stabilisce una nuova meta-utopia: la inospitale Groenlandia ma resa più mite dal surriscaldamento globale, in attesa dei miracoli di Cristo per una sua migliore abitabilità. Simile al moto delle onde del mare, spesso evocate a livello testuale e alluse dalle sagome scenografiche, la rappresentazione di “Europa Cabaret” sale e scende, mentre trova la spiaggia salvifica nell’estro creativo dei due registi capaci di modulare sullo stesso registro linguistico le battute e le azioni degli attori impegnati in più ruoli e nei frequenti cambi imposti dai bei costumi confezionati da Katarina Vukcevic e indossati da un cast plurilingue formato da Fabio Bussotti, Milutin Dapcevic, Rufin Doh, Balbino Lacosta, Maria Pilar Perez Aspa, Marcela Serli, Karin Verdorfer e Sandra Zoccolan. Nel gioco vorticoso e impegnativo dell’alternanza di ruolo, ogni interprete si ritaglia uno spazio performativo proprio che bene si armonizza con l’impostazione corale impressa dalle due regie. Probabilmente il messaggio di questo spettacolo è sintetizzato da una battuta finale di Cristo: “L’Europa scricchiola, si corrode, ogni tanto prende delle gran legnate, ma resiste e resiste. Forse è un po’ noiosa ma è solida l’Europa. Senza, tutti ci sentiremmo soli. Più soli. Globalizzati ma solitari”. Il pubblico si diverte molto e alla fine applaude con convinzione la riuscita di questo progetto di coproduzione artistica e culturale di stampo italo-spagnolo-tedesco, forse destinato a rimanere circoscritto a questo specifico e occasionale evento stagionale oppure finalizzato ad aprire un nuovo percorso di ricerca in sinergia e in prospettiva europea.













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