Solstizio nel segno della danza 

Il Festival a Mezzocorona. Questa sera alle 21.30 sul palco delle Cantine Rotari in scena l’atteso spettacolo “Golden Days” La Fondazione Aterballetto con il coreografo svedese Inger alle prese con un trittico che prevede due quadri corali di grande effetto


Katja Casagranda


Mezzocorona. Prosegue a passo di danza il Festival Solstizio d’Estate 2019. Alla sua ventinovesima edizione il festival ospita una delle realtà nazionali più vivaci e professionali del panorama della danza, Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, che porta per il pubblico di Solstizio d’Estate uno spettacolo speciale, un trittico firmato dal famoso coreografo svedese Johan Inger. Si intitola “Golden Days” lo spettacolo che questa sera sale sul palco della Cantine Rotari di Mezzocorona, con inizio alle ore 21.30. Durante la serata la compagnia di danza si produrrà in due quadri corali di grande effetto, considerati veri e propri cavalli di battaglia di Aterballetto, accanto ad un assolo struggente e unico. I due pezzi di apertura e chiusura della serata “Rain Dogs” e poi “Bliss” si disegnano su musiche che hanno segnato un’epoca. L’occasione è quella di riascoltare brani leggendari di nomi come Tom Waits, Patti Smith e Keith Jarrett. Le due coreografie se pure musicalmente simili si sviluppano in linee concettualmente differenti, pur invitando lo spettatore a “tuffarsi in due mondi magici e nostalgici nei confronti di un passato mitico, di un’età dell’oro ripensata con il sorriso sulle labbra”. A fare da cerniera ai due momenti corali, il breve assolo “Birdland” un vero e proprio filo rosso fra i due episodi, manifesto ribelle e coraggioso contro il cambiamento della vita. Golden days è una creatura ibrida fra due creazioni distinte, ideate ad anni di distanza l’una dall’altra, che accompagna come una chimera gli spettatori ad attraversare temi come la perdita, il cambiamento e le loro conseguenze. Gli anni d’oro sono evocati, in sottofondo, da quelle note simbolo di una generazione, in un mix di passato e presente per quest’opera pervasa da un sentore di storia e da una fame nostalgica di un luogo del passato che sembrava essere semplice e libero.

I danzatori di Aterballetto, alle prese con il vocabolario fittissimo di Johan Inger, si rivelano impeccabili interpreti di quest’età aurea, distinguendosi per individuale carisma. È questa una delle peculiarità della compagnia: la presenza di solisti unici, disciplinati da una preparazione tecnica eccellente e da uno spirito artistico comune, ma soprattutto riconoscibili singolarmente per qualità di movimento e caratteristiche interpretative. Autore tra i più interessanti di una generazione fiorita nei giardini della danza contemporanea svedese, Johan Inger è figlio di una grande tradizione (legata a Mats Ek e al Cullberg Ballet, di cui è stato anche direttore dal 2003 al 2008) e padre di nuove traiettorie, fedele al genio della propria terra eppure in viaggio costante verso nuovi mondi. Dal 2008 ha lasciato la direzione dedicandosi esclusivamente alla creazione coreografica che lo ha visto legare il proprio nome a diverse compagnie internazionali . Il suo “Rain Dogs” è datato 2011 e già al debutto ha ricevuto un enorme successo. Il riallestimento della coreografia per Aterballetto è del 2013 con cui ha ricevuto il prestigioso Carina Ari Award a Stoccolma. La Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto è centro di produzione della danza riconosciuto dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali Italiano. Da sempre fucina di spettacoli per la compagnia stessa Aterballetto è oggi anche luogo di progettazione e ricerca ad ampio raggio ed attraverso il suo articolato progetto triennale diffonde l’arte della danza dalla Fonderia di Reggio Emilia, dove risiede, in tutto il mondo.













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