Umberto Tozzi e il suo ultimo tour, il 19 aprile al Palasport: «Un regalo per i miei fan»
Trenta date tra Europa, America e Oceania. Il cantante: «Sono stato fortunato, ho potuto parlare a diverse generazioni. Oggi essere sul palco è un dono»
BOLZANO. È l'ultimo tour, ma è anche il più grandioso. Umberto Tozzi ha deciso di dare l'addio alle scene con un tour infinito che si intitola “L'ultima notte rosa - The final tour”, con 30 spettacoli in ben tre continenti: Europa, America e Oceania tra il 2024 e il 2025.
A Bolzano arriva sabato 19 aprile al Palasport, con inizio alle ore 21. Dopo 50 anni di una carriera costellata di successi e riconoscimenti in Italia e nel mondo, più di 80 milioni di dischi venduti e oltre 2000 concerti, Umberto Tozzi ha deciso di dare l'addio alla scena accompagnato questa volta da un'orchestra di 21 elementi.
Cantautore e musicista carismatico e creativo, Umberto Tozzi grazie alle sue hit senza tempo è diventato un'icona della musica italiana nel mondo. Sono numerosi i record in termini di successi discografici che hanno caratterizzato la vita artistica di Tozzi, a partire da "Ti Amo", che ha attraversato ogni confine con le sue numerose reinterpretazioni, fino ad arrivare a essere al centro di una delle scene clou della fortunata serie "La casa di carta 4". O la super hit mondiale "Gloria" - scelta per la colonna sonora del film di Martin Scorsese "The Wolf of Wall Street", ma anche per il film cult "Flashdance" con la voce di Laura Branigan. Nel 1982 ha ricevuto il Golden Globe per gli oltre 27 milioni di copie vendute in soli 5 anni e la nomination ai Grammy Awards con "Gloria" cantata da Laura Branigan. Dopo la vittoria del Festival di Sanremo nel 1987 con "Si può dare di più" insieme a Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri, nel 1988 raggiunge il terzo posto all'Eurovision Song Contest con "Gente di Mare" insieme a Raf.
A Bolzano Tozzi canterà 21 pezzi in un concerto che dura quasi due ore e mezza. Si comincia con "Notte rosa", seguito da "Ti amo", "Gli altri siamo noi", "Si può dare di più" e si finisce con "Dimmi di no" e "Io muoio di te", e nel bis "Stella stai", "Tu" e "Gloria". Gli chiediamo una impressione su questo lungo e ultimo tour. «Un tour mondiale di questo tipo è faticoso in un certo senso, ma salire sul palco è una grande gioia. Penso tanto a come sarà l'ultimo concerto. Sicuramente alla fine ci scapperà una lacrima. So di essere stato un privilegiato, la mia carriera è stata lunga e la mia musica è arrivata anche a generazioni che non avrei mai immaginato di avere fra il pubblico. Immaginare che tutto questo finisca fa effetto, ma c'è un momento per tutto. Ho energia per incontrare il pubblico che mi ha seguito sino ad ora ed è una grande gioia ad ogni tappa. In questo tour abbiamo suonato e continuiamo a suonare nei posti più belli del mondo. Anche se si fanno migliaia di chilometri, quando si sale sul palco l'energia viene automatica».
È sicuro che questo sarà il suo ultimo tour?
Questo è il mio programma e il mio progetto. Io sono grato al mio pubblico che mi segue in tutto il mondo e sono felice di andarli a ritrovare tutti.
Come mai ha scelto Parigi nel marzo scorso per annunciare questo tour?
Nel 1982 ero a Parigi quando mi dissero che avevo vinto un premio molto importante, il Golden Globe, perché avevo venduto in 5 anni di carriera 27milioni di dischi nel mondo.
Perché ora la decisione di chiudere ora e così?
Era da molto tempo che ci pensavo, ho passato 2 anni difficili e la paura di non poter più salire sul palco è stata una delle cose più brutte che ho vissuto in quel periodo. Fortunatamente, ho superato quel momento e sono contento di essere riuscito a salire nuovamente sul palco. Lì è nata in me l'idea di questo ultimo tour.
Una grave malattia. L'ha cambiata?
La malattia mi ha fatto riscoprire una persona migliore. Non lo so perché succeda, ma è qualcosa di meraviglioso, non bisogna perdere mai la speranza di migliorare.
Cosa ne pensa dei giovani cantanti che arrivano al successo con i talent evitando lunghe gavette?
Oggi la situazione dell'industria discografica è molto più pressante degli anni in cui ho cominciato, perché ci sono esigenze di mercato diverse, ma i ragazzi di oggi sono molto più preparati, vanno in televisione, sanno parlare. Noi non eravamo così sicuri di noi stessi: loro passano dalla strada a Sanremo con una disinvoltura che io non avevo. Il mio consiglio è quello di continuare a sognare per superare gli ostacoli della vita. Chi fa musica ha la fortuna di poter vivere un po' più sollevato dal pianeta terra e, strada facendo, si incontrano delle persone che ti aiutano. Io dovrei ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con me. Uno è Giancarlo Bigazzi, che ha dato la svolta nella mia carriera, è stato mio maestro e produttore per 17 anni. Abbiamo fatto delle cose meravigliose insieme. Con lui c'era un feeling particolare, un incontro tra due teste da cui si sviluppa un'energia che fa nascere cose irripetibili.
E dopo il tour?
Dopo 10 anni realizzerò un album di inediti. Alcune canzoni le ho inserite nella scaletta di questo tour.
E poi?
Spero possano succedere delle cose importanti che mi impegnino mentalmente, cose a cui magari prima non avevo pensato...