L'intervista

«Vasco un gran colpo, ma Bolzano e Trento stanno sull’1 a 1» 

Roland Barbacovi analizza capacità e possibilità organizzative delle due province. «Un concerto da 120.000 persone è stata una sfida e ci ha fatto capire che la musica è un valore. A Bolzano e dintorni ci sono più spazi che a Trento e a livello numerico, gli eventi sono maggiori»


Daniela Mimmi


BOLZANO. Trento batte Bolzano (al momento) 1 a 0. È questa la sensazione generale che serpeggia tra la gente, tra gli amanti della musica e sui social, dopo il mega concerto di Vasco Rossi alla Trentino Music Arena di Trento, nuova di zecca, che ha richiamato  quasi120 mila persone.

L’impressione generale è che una volta tutto succedeva a Bolzano e a Trento non succedeva niente e che oggi sia il contrario. Il Festival del Jazz non è più quello di una volta, i balletti non sono più quelli di una volta, gli attori e i cantanti che vengono a Bolzano non sono più quelli di una volta.

Vero? Sensazione? Di certo a Bolzano sono passati tutti, ma proprio tutti: dagli Ac/Dc a Bob Dylan, dagli America a Bryan Adams, da Ian Anderson a James Blunt, da James Brown a Joe Cocker, da John Mayall a John McLaughlin a Mark Knopfler e poi tutti, ma proprio tutti i cantanti italiani, da Zucchero a Cesare Cremonini, da Eros Ramazzotti a Lucio Dalla e Francesco de Gregori, da Fabrizio De André a Edoardo Bennato a Fiorella Mannoia, solo per citarne alcuni.

E adesso? Secondo Roland Barbacovi, al timone della Show Time, l'agenzia che ha portato a Bolzano tutti questi nomi, è solo una sensazione. «È un po’ la sensazione che si ha qui, dovuta al mega concerto di Vasco Rossi a Trento - ci dice. - È stato un concerto importante per tutti perché è una sorta di ripartenza. In realtà, prima del blocco dovuto alla pandemia, a Bolzano ci sono stato concerti e spettacoli più grossi che a Trento. Cito solo Mika, Ramazzotti, Giorgio Moroder, Alphaville, Kaiser Chiefs e tanti altri».

E a spazi, come siamo messi?

Anche in questo caso, siamo messi meglio di Trento. Lì per concerti ed eventi c’è solo l’Auditorium che tiene circa 850 persone. Al Palazzo dello Sport non si possono più a fare concerti. C’è la bella piazza del Duomo dove questa estate portiamo Gianna Nannini e Gabbani. A Bolzano abbiamo il Palaonda, dove l’8 ottobre si terrà il concerto di David Garrett, che può contenere 6.500 persone. Purtroppo, per motivi tecnici, non riesce a venire Zucchero. Abbiamo il Palasport di via Resia, il Teatro Comunale con 850 posti come al Kursaal a Merano. Abbiamo l’ippodromo sempre a Merano che può contenere 6.000 persone, e adesso anche il bello spazio al Plan De Corones dove portiamo Edoardo Bennato il 19 giugno, Goran Bregonic il 17 luglio e Herbert Pixner il 28 agosto. Abbiamo i giardini di Castel Trauttmansdorff dove questa estate suoneranno, solo per citarne alcuni, Shaggy e Passanger, nonché l’Orchestra Haydn. Poi ci sono tanti altri spazi, come a Lagundo dove il 23 luglio arriverà Umberto Tozzi.

Secondo alcuni qui non c’è la volontà politica di portare grandi eventi in Alto Adige.

La Provincia di Trento ha fatto una scelta importante, ha accettato una bella sfida, con un certo rischio, e direi che l’ha vinta, perché ha portato in zona un evento enorme, cosa di cui beneficiamo tutti. Per la prima volta la musica è un valore. Penso che nel futuro quello spazio verrà utilizzato per concerti magari meno impegnativi, che richiamino 30-40.000 persone.

Pare inoltre che sia meno complicato organizzare grandi eventi in Trentino che in Alto Adige. Le risulta?

Noi organizziamo concerti sia in Trentino che in Alto Adige e le difficoltà sono le stesse, ci sono gli stessi problemi e le stesse regole. Certo questa volta è intervenuta la Provincia. Io, e nessun altro organizzatore privato avremmo potuto organizzare un evento come il concerto di Vasco Rossi. L’organizzazione ha richiesto impegno e forze enormi.

Quindi il fatto che Trento batta Bolzano 1 a 0 è solo una sensazione?

In realtà ci sono molti più concerti e spettacoli in Alto Adige che in Trentino, soprattutto in inverno perché ci sono più spazi. In estate direi che siamo sull’1 a 1.













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