A22, proroga fino a novembre 

La società. Videoconferenza dei soci pubblici con la ministra De Micheli. Previsto un nuovo rinvio di due mesi per la trattativa sulla concessione Proposta a sorpresa sulla liquidazione dei soci privati: fondo ferrovia da 700 milioni fuori dal patrimonio. E resta l’ipotesi di rinnovo decennale



Bolzano. Colpo di scena sulla concessione dell’Autobrennero. Il governo accorda altri due mesi per le trattative, prorogando il termine da settembre alla fine di novembre e cala sul tavolo una ipotesi di soluzione choc sulla liquidazione dei privati. Non solo, Roma spingerebbe sulla proroga decennale della concessione, più che sulla nuova assegnazione trentennale. Densissima ieri la teleconferenza con la ministra dei Trasporti Paola De Micheli cui hanno partecipato i soci pubblici della A22, tra cui Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti. Nei giorni scorsi il tema della proroga decennale, suggerito dalla task force nazionale presieduta da Vittorio Colao (non specificamente per l’A22) si è imposto. Sia i soci pubblici che il Cda hanno deciso di sondare il governo, anche se sui territori la resistenza è fortissima. Evidenti le ragioni: la concessione trentennale sarebbe accompagnata da un piano di investimenti locali da oltre quattro miliardi di euro, tra cui la galleria dell’A22 a Bolzano e la circonvallazione di Trento. Una proroga decennale comporterebbe una riduzione drastica degli investimenti. I tempi adesso corrono veloci. I soci pubblici hanno poche ore per decidere se accettare o meno lo schema proposto dal governo. Un punto su cui non c’è nemmeno discussione è la nuova proroga dei termini per le trattative, da settembre a fine novembre. L’articolo di legge verrebbe inserito nel decreto da 25 miliardi di euro, possibile dopo il voto positivo ieri in Senato sullo scostamento di bilancio (la Svp ha votato a favore), o in provvedimento analogo, ma sempre nel giro di pochi giorni. Nella videoconferenza di ieri poi è arrivata una proposta del tutto inattesa sul tema della liquidazione dei soci privati, che da mesi sta bloccando le trattative. L’Autobrennero deve diventare una società interamente pubblica, ma i soci privati rivendicano un valore delle quote da vendere ai soci pubblici che si aggira intorno ai 160 milioni. La Corte dei Conti ha previsto invece una soglia attorno ai 70 milioni di euro. Il nodo è il fondo ferrovia da 700 milioni di euro, accumulato negli anni, che secondo i soci privati appartiene al patrimonio della società, aumentandone il valore delle quote. Con una deroga al codice civile, il governo avrebbe ideato una norma di legge che defalca il fondo ferrovia dal patrimonio societario. A quel punto i soci pubblici potrebbero acquistare le quote per 50-70 milioni di euro. Viene data per scontata la reazione in tribunale dei privati. E infine c’è la sorpresa della proroga decennale, calata durante la pandemia, dopo anni di lavoro sull’ipotesi trentennale. Con il governo impegnato nella operazione di massima delicatezza dell’assetto societario di Autostrade per l’Italia e altre concessioni, la proroga decennale starebbe acquistando campo, perché politicamente meno impegnativa. «Noi puntiamo assolutamente sull’affidamento trentennale», chiarisce il senatore Dieter Steger, dando voce all’opinione di chi non ha intenzione di deviare dallo schema costruito in tanti anni, «Ci sono in gioco oltre quattro miliardi di euro di investimenti sul territorio. Se il governo intende utilizzare la partita delle autostrade per smuovere l’economia, questo è un esempio perfetto». Quanto ai soci privati, Steger resta convinto «che si debba trattare e trovare il modo di risolvere il nodo posto dalla Corte dei Conti». Nelle prossime ore sarà chiaro quanto è forte invece il partito di chi spinge sulla proroga, ritenuta la soluzione più veloce da incassare prima di ulteriori cambi di scenari.

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