Allarme credito, proposta degli artigiani Cna a Carispa 

Gli effetti della pandemia. Si tratta di agevolare e promuovere le rinegoziazioni del credito L’obiettivo è quello di evitare che nei primi sei mesi del 2021 le aziende si trovino in gravi difficoltà



Bolzano. Attivare una partnership tra Cna Trentino Alto Adige e la Cassa di Risparmio di Bolzano per agevolare e promuovere le rinegoziazioni del credito. In modo da evitare che i primi 6 mesi del prossimo anno possano caratterizzarsi per un alto numero di aziende in difficoltà anche per l’introduzione del “default d’impresa”, secondo le nuove regole bancarie europee. È la proposta che Claudio Corrarati e Gianni Sarti, presidente e direttore di Cna Trentino Alto Adige, hanno illustrato ieri all’amministratore delegato e direttore generale della Cassa di Risparmio, Nicola Calabrò, nel corso di un video incontro fissato per fare il punto su Pmi e credito, esaminando quanto accaduto nel corso della prima ondata epidemica e focalizzando cosa è possibile migliorare o attuare nel corso della seconda ondata, caratterizzata da chiusure e ripartenze a singhiozzo.

Cna ha presentato i risultati di un sondaggio condotto tra gli associati su “Credito e liquidità”. Dalle risposte delle micro, piccole e medie imprese altoatesine e trentine emerge che il 92,5% delle aziende dei centri urbani di fondovalle, caratterizzate dalla dimensione ridotta (1-4 addetti) e meno di 500.000 euro di fatturato, ha subito, a causa dell’epidemia da Covid-19, un calo di fatturato: il 27,5% dichiara un calo elevato, il 42,5% parziale, il 22,5% contenuto.

Un’azienda su due ha chiesto la moratoria sui finanziamenti in essere, il 40% delle richieste è stato accettato. Il 58% considera buono il rapporto con la banca sulla moratoria. Il 77% delle imprese ha invece chiesto nuovo credito, il 60% dei richiedenti lo ha ottenuto. Il 44% ha fruito della garanzia di un consorzio fidi (soprattutto Garfidi, dedito alle Pmi). Il 60% promuove il rapporto con la banca, il 40% lo critica. Molti ritengono eccessivo il numero di documenti.

Oltre l’80% non ha richiesto la rinegoziazione dei crediti in essere. «Quest’ultimo dato – hanno evidenziato il presidente Corrarati e il direttore Sarti - nel medio periodo, permanendo la crisi a causa dell’epidemia, potrebbe essere un serio problema perché pian piano si sommeranno le vecchie rate e quelle nuove, frutto del nuovo indebitamento, i pagamenti fiscali sospesi e quelli in scadenza, gli stipendi arretrai e quelli da pagare. Il tutto in un contesto di aziende poco capitalizzate. Bene sarebbe se ci fosse almeno un parziale azzeramento del carico fiscale sospeso. Necessario un Piano Marshall per aiutare le Pmi a saldare i debiti. Occorre agire subito».

Il direttore Calabrò ha precisato che i debiti a medio a lungo termine sono quelli che devono essere pagati. Lo strumento migliore per l’emergenza rimane la moratoria, anche grazie agli interessi bassi, tali da diventare a tutti gli effetti una rinegoziazione. Subito dopo devono scattare i finanziamenti Covid con garanzia dei consorzi fidi e controgaranzie di Stato e Provincia. La sottocapitalizzazione delle imprese è un problema molto impattante che pone molte attività al limite della sopravvivenza anche in condizioni di normalità. Cna-Shv si è resa disponibile ad avviare, insieme alla Cassa di Risparmio, una campagna di sensibilizzazione e formazione delle Pmi che leghi la concessione di nuovo credito alla riqualificazione della posizione debitoria e al rafforzamento della capitalizzazione e della patrimonializzazione.













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