il caso

Appalti, la Consulta boccia una norma della legge altoatesina. Gennaccaro: «Colpo al cuore dell’autonomia»

L’articolo prevedeva che solo il vincitore della gara avesse l'obbligo di indicare, in sede di gara, il costo della manodopera e del personale e le spese in materia di sicurezza, rendendo le procedure meno dispendiose



BOLZANO. La Corte costituzione ha bocciato un articolo della legge sugli appalti della Provincia di Bolzano (l.p. 16 luglio 2024, n. 2) impugnata dal governo. La norma provinciale prevedeva che solo il vincitore della gara d'appalto avesse l'obbligo di indicare, in sede di gara, il costo della manodopera e del personale e le spese in materia di sicurezza.

Tale previsione lede i principi di trasparenza, parità di trattamento e concorrenza, sanciti dalla Costituzione e dal diritto europeo, secondo la Consulta che ha quindi accolto i rilievi del governo il quale aveva sostenuto che la legge provinciale fosse in contrasto con l'art. 117 della Costituzione che riserva allo Stato la competenza esclusiva in materia di tutela della concorrenza.

Sulla sentenza interviene il vicepresidente del consiglio provinciale di Bolzano, Angelo Gennaccaro (La Civica) sostenendo che "con la bocciatura della legge provinciale è venuta meno una semplificazione a scapito delle imprese e delle amministrazioni pubbliche altoatesine, con pregiudizi sulle tempistiche delle procedure già oggi molto dispendiose".

"La sentenza di oggi limita ulteriormente le nostre competenze legislative, evidenziando quanto la modifica dello Statuto di autonomia sia urgente e indifferibile - aggiunge Gennaccaro - Ora sarà importante definire gli effetti di questa sentenza sulle gare di appalto in corso, a garanzia della certezza del diritto e della legittimità delle procedure. Spiace constatare che il Governo abbia deciso di impugnare questa legge provinciale e che non sia stato possibile concordare una modifica, che fosse accettabile anche per la Provincia. Ogni sentenza della Corte costituzionale sfavorevole alla Provincia è un duro colpo al cuore della nostra autonomia". 













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