Artigiani e commercianti: «Manovra fiscale ingiusta» 

Molte le criticità. Haller (Apa): «Si colpiscono piccole e medie imprese, non i giganti del web» Moser (Unione commercio): «L’obbligo del Pos imporrà ai piccolissimi spese sproporzionate»



Bolzano. «Una manovra fiscale ingiusta», molte le criticità evidenziate da Apa, Unione e Cna. I vertici di lvh.apa Confartigianato Imprese hanno analizzato in questi giorni le novità introdotte dalla recente manovra fiscale del Governo, individuando alcune criticità. Le perplessità principali riguardano la lotta all’evasione fiscale, ritenuta troppo a senso unico nei confronti delle piccole e medie imprese. La manovra fiscale proposta di recente dal Governo non ha soddisfatto i vertici nazionali di Confartigianato e il presidente Giorgio Merletti, in quanto ritenuta non sufficientemente espansiva. Un’opinione condivisa anche dai rappresentanti di lvh.apa Confartigianato Imprese, che vedono le misure troppo incentrate sulla lotta all’evasione, peraltro circoscritta e mirata quasi esclusivamente nei confronti delle piccole e medie imprese. A confermarlo il presidente di lvh.apa Martin Haller: “La lotta all’evasione fiscale è una battaglia di grande valore e da condividere, ma non può risultare a senso unico nei confronti delle piccole e medie imprese. Nella manovra vi sono davvero pochi riferimenti ai giganti del web, alle realtà di grandi dimensioni con sede legale o fiscale fuori dall’Italia ed in generale ai paradisi fiscali esistenti all’interno dell’Ue. In questo modo a nostro avviso risulterà davvero complicato allontanarsi da una crescita ridotta a livello nazionale.” La nuova manovra del Governo viene in ogni caso criticata anche per altri motivi: “Ragionando da un punto di vista fiscale si individuano dei passi indietro per quanto concerne le semplificazioni, le agevolazioni introdotte negli ultimi anni e l’imposizione di nuovi obblighi. Il risultato? Nel prossimo triennio oltre 3,5 miliardi di euro verranno sottratti agli operatori economici di piccole dimensioni e al lavoro autonomo.”

Pos e dintorni

L’obbligo di accettare pagamenti con bancomat da parte dei clienti di esercizi commerciali, prestatori di servizi e liberi professionisti esiste in Italia fin dal 2014. Ora, però, la proposta di bilancio per il 2020 prevede una nuova e doppia sanzione per i negozianti che ancora non possiedano un Pos o che rifiutino di accettare i pagamenti con carta: oltre a un fisso di 30 euro, l’imprenditore deve infatti pagare una sanzione pari al 4% della transazione con moneta elettronica negata al cliente. “Fondamentalmente siamo dell’opinione che, come del resto avviene in altri Stati europei, un imprenditore dovrebbe essere lasciato libero di decidere sia se accettare che un cliente paghi con carta o meno, sia di conteggiare eventualmente le commissioni al cliente, e non che debba esservi costretto per legge”, spiega il presidente dell’Unione Philipp Moser. L’obbligo incondizionato di accettare i pagamenti tramite Bancomat comporta per tutte le microaziende spese sproporzionate – come le commissioni bancarie e il canone di noleggio del lettore Pos – tanto che, per gli importi minori e per certe categorie merceologiche, si prospetta addirittura la possibilità di una transazione in perdita, spiega l’Unione. La vendita di tabacchi o di altre merci con ridotto guadagno, per esempio, non permetterebbe più di coprire i costi. “Per questi motivi auspichiamo l’introduzione di un credito d’imposta per i titolari di Pos, così che possano evitare ulteriori aggravi o che, almeno, possano in qualche maniera compensarli”. Qualsiasi altra ipotesi “risulterebbe inaccettabile”.













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