Bagnai: giù le mani dal credito cooperativo 

Il senatore della Lega al convegno Unibz sull’unione bancaria: «Occhio a costi e benefici della riforma»



BOLZANO. «Perché aggiustare una cosa, se non è rotta, come il sistema delle banche di credito cooperativo pre-riforma?» Lo ha chiesto il senatore Alberto Bagnai (Lega) ai margini del un convegno sull'Unione bancaria e le riforme del credito cooperativo ieri a Bolzano. Il convegno si poneva come obiettivo di discutere dell’unione bancaria europea, un tema di grande interesse anche per numerose banche e istituti finanziari del territorio. In particolare si è cercato di dare una risposta a temi di attualità: “Come sta andando il processo di unificazione della vigilanza europea che va sotto il nome di Unione Bancaria? Quali finalità persegue e quali sono i risultati effettivamente conseguiti? Quali sono i sistemi bancari che ne traggono profitto e quali sono, invece, quelli che ne risultano penalizzati?”

Secondo l’economista e senatore leghista Bagnai, «la moratoria è la mossa giusta da fare, anche alla luce delle recenti affermazioni del direttore generale di Banca d'Italia Salvatore Rossi sulla necessità di interrogarsi sui costi e benefici di questa riforma». Quindi dopo il “fate presto” di montiana memoria, «la posizione di Banca d'Italia adesso sembra un po’ più ponderata. Rossi ha chiesto un'interlocuzione con il governo e sono certo presto ci sarà», ha informato Bagnai. «C'è bisogno di riflettere. Dobbiamo passare dalla filosofia del “fate presto”, che ha portato a 13/14 trimestri consecutivi di recessione, alla filosofia dello “state calmi” a favore dell'interesse nazionale», ha detto ancora Bagnai. «Quando si dice un no succedono tante cose. È bastato un no a una nave e vedete che in Germania gli equilibri stanno cambiando. Si aprono degli spazi di negoziazione, se mostriamo fermezza», ha detto il senatore della Lega.

Secondo Bagnai, la nuova strategia è «il contrario di quanto fatto dai governi precedenti. Prodi prima è entrato in Unione monetaria e poi ha voluto negoziare. Ma non si fa così. Perciò vogliamo parlarne prima di entrare nelle regole della sorveglianza unica, che - a nostro avviso - non tutelano abbastanza le specificità delle banche territoriali». Proprio il credito cooperativo del Trentino Alto Adige «dovrebbe essere preoccupato di essere sottoposto a meccanismi di sorveglianza che sono tarati su un altro tipo di banca. È essenziale che si chieda all'Europa di non trattare tutte le banche nello stesso modo», ha concluso il senatore della Lega.













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