l'attacco

Gli industriali strigliano la Provincia: potrebbe rinunciare a un terzo dei dipendenti

Il presidente Oberrauch: «Potrebbe dirottare risorse altrove». Riflettori su sviluppo sostenibile, transizione digitale e «spending review»



BOLZANO. «La Provincia? Potrebbe fare a meno di un terzo dei suoi dipendenti». In questo modo si potrebbero dirottare risorse pubbliche verso famiglie ed imprese. Non usa mezzi termini il presidente di Assoimprenditori Alto Adige nel colloquio con i giornalisti sul tema «Nuovi pensieri, perché ne abbiamo bisogno e come possiamo contribuire». Verso un orizzonte che «vedrà un calo del 10 per cento dei bilanci di Palazzo Widmann», c’è più che mai bisogno di una «spending review».

Heiner Oberrauch cita gli apparati di tre intendenze scolastiche «che fanno le stesse cose», ma anche gli uffici per artigianato, industria e commercio «intenti ad approvare contributi, tutti allo stesso modo». «Ne basterebbe uno», ancora il patron del Gruppo Oberalp.

I compiti a casa propria gli industriali cercano di farli, ma è il sistema-Alto Adige nel suo complesso che deve darsi una mossa. «Ad iniziare dalla politica che spesso si muove solo a breve termine con finalità elettorali», evidenzia Oberrauch, bocciando l’operato complessivo della giunta provinciale. «Il voto è negativo, prendi la digitalizzazione: l’Italia è indietro rispetto all’Europa, l’Alto Adige è indietro nei confronti di diverse regioni italiane. Non sempre siamo i migliori su tutto, prendiamo esempio da chi riesce a fare meglio le cose», spiega il presidente di Assoimprenditori che, per inciso, aspetta ancora i soldi - alcune decine di milioni di euro - che aveva anticipato personalmente per l’acquisto da parte della sanità altoatesina di materiale di protezione anti-Covid proveniente dalla Cina. «Per ora è tutto ancora fermo», dice sconsolato.

Tre i temi forti che gli industriali mettono sul piatto: sviluppo sostenibile, transizione digitale e, appunto, snellimento dell’amministrazione pubblica. La pandemia ha cambiato il mondo. Anche l’Alto Adige deve cambiare: non tutto, ma quanto basta per non regredire. Come? Puntando sulla qualità. Nel turismo, in generale nell’ambito lavorativo, sia nel pubblico che nel privato. Prendi la manodopera. «La popolazione altoatesina è invecchiata, c’è la necessità di personale che venga da fuori provincia. Questo territorio è attraente per il paesaggio, ma bisogno renderlo tale anche per la qualità della vita. Le abitazioni sono troppo care». Ecco la necessità di una strambata, di nuove idee e di più coraggio da parte della politica e del sistema nel suo complesso. «Dobbiamo essere all’avanguardia sulla sostenibilità, ad esempio nel settore dei trasporti», conclude Oberrauch, augurandosi che l’A22 rimanga nelle mani dei territori e che il Tirolo austriaco ponga fine ai limiti per il transito dei Tir, «almeno per quelli ecologici». M.D.

 













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